Tanti verranno aiutati grazie al cuore di Sofia

di Giorgio Lacchin

In bilico sul ciglio di una lacrima, Francesca guarda lontano. «È una forma di sopravvivenza, ecco perché lo faccio. Per riempire questo vuoto». Sofia, la sua bambina, è stata uccisa dalla malaria il 4 settembre 2017. Aveva 4 anni. Le verifiche dell’Istituto Superiore di Sanità e dei periti della Procura indicarono l’ospedale Santa Chiara di Trento come luogo del contagio.

Sabato a Gardolo, a pochi passi dalla chiesa parrocchiale, è stata inaugurata la sede dell’associazione «Gli amici di Sofi».

Per tutti è Sofi, non Sofia. Per la mamma è tutto. E per il papà Marco e il fratello Iacopo che ha 12 anni. «Io la sento, Sofi», sussurra Francesca, «e la voglio fare sentire».

Ieri Sofi era dappertutto: nei palloncini a forma di cuore che indicavano la strada come i sassolini di Hänsel e Gretel, nei cuoricini di carta appesi al collo di tante persone, nelle favole della zia Maria, nei ricordi degli amichetti.

Maria Nicolodi è zia di Francesca e prozia di Sofia, ha scritto e illustrato il libro «Sofia e zia Maria vi raccontano le favole del Trentino». Lo hanno presentato ieri, e una parte dei soldi ricavati dalle vendite verrà inviata in Perù per sostenere la Casa Madre Teresa di Calcutta gestita dall’infermiera trentina Daniela Salvaterra.

L’altro progetto dell’associazione è la commedia musicale «Come una cometa» che andrà in scena il 19 aprile 2020 al Teatro Sociale di Trento (ore 17, ingresso libero): il cantautore trentino Daniele Groff ha composto le musiche, sul palco la scuola di danza La Fourmie.

«Questo è un segno di resurrezione», dice il parroco, don Claudio, benedicendo la sede. «Sofi risorge in voi e in tutti quelli che passeranno di qui».

Da questo momento «il cuore di Sofia si allarga a tutta la comunità», dice Mariachiara Franzoia, vicesindaco di Trento. «Il cuore di Sofia» è il nome dato alla sede.
Ci sono il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, l’assessore Stefania Segnana e la presidente della circoscrizione di Gardolo Antonella Mosna: esprimono l’ammirazione per una famiglia che ha trasformato una tragedia in un’occasione per aiutare gli altri. E quando Daniele Groff intona «Sei un miracolo» è impossibile non pensare che il miracolo sia Sofi e tutto il bene che grazie a lei potrà essere compiuto.

«Sono felice adesso», dice mamma Francesca, «e dedico questo luogo non solo a Sofi ma anche a Iacopo che mi sta aiutando ad andare avanti e a fare tante cose belle». «Sono felice ma anche spaventata», confessa infine.

«Mi dicono: hai già un sacco di cose a cui badare, un lavoro che t’impegna, chi te lo fa fare d’imbarcarti in questa avventura? Ma io devo andare avanti così. Lo sento. Ci sono due possibilità: vivere o morire. In tanti mi hanno sostenuta. Non tutti. Ma ho imparato a non dare troppo peso ai giudizi della gente. E so una cosa: Sofi dev’essere ricordata per sempre».

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