Discarica di Sardagna, obbligo di ripristino Vittoria del Comitato

Il comitato spontaneo di Sardagna ha vinto la battaglia legale sulla discarica. Con ordinanza la Corte d’appello di Trento ha corretto la sentenza del 13 marzo del 2013 in cui i giudici della stessa Corte d’appello condannarono Simone Gosetti (ex presidente di Sativa) per il reato di traffico di rifiuti anche per il sito di Sardagna (oltre a quello di monte Zaccon). Accogliendo il ricorso dell’avvocato Mario Giuliano, i giudici hanno ordinato di integrare il dispositivo «dovendosi aggiungere dopo le parole “anni 1 e mesi 4 di reclusione”, le parole “ordina il ripristino dello stato dell’ambiente». Vengono aggiunte poche parole che però hanno grande rilievo: l’obbligo di ripristino di fatto seppellisce i propositi di riapertura del sito contro cui si batte il comitato.

La richiesta di correzione della sentenza era stata avanzata da 10 residenti a Sardagna in rappresentanza del paese. Nel ricorso si rilevava come la sentenza di condanna inflitta a Gosetti anche per la discarica di Sardagna non prevedeva il ripristino del sito benché questo sia previsto dalla legge in caso di condanna per traffico di rifiuti. Nel frattempo però la norma è cambiata ma secondo l’avvocato Giuliano, le modifiche introdotte nel 2018 con costituiscono abolitio criminis in quanto il reato di «attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti» viene semplicemente spostato dal Testo unico dell’ambiente al codice penale.

I giudici hanno accolto la tesi dei residenti rilevando che la condanna al ripristino è obbligatoria per questo reato e sottratta alla discrezionalità del giudice. «In definitiva - si legge nell’ordinanza - alla statuizione di condanna nei confronti di Simone Gosetti avrebbe dovuto conseguire ex lege l’adozione dell’ordine di ripristino dello stato dell’ambiente in quanto statuizione accessoria e predeterminata ex lege, estranea al percorso decisionale e priva di qualsiasi presupposto valutativo». La corte aggiunge però che «resta ovviamente estranea al presente contesto ogni ulteriore considerazione afferente la concreta esecuzione dell’ordine ovvero, come sostenuto dal Comune di Trento, ogni valutazione circa l’intervenuta nuova valutazione dello stato dell’ambiente da parte del soggetto pubblico preposto». Ciò significa che ogni valutazione tecnica sul tipo di intervento de eseguire a Sardagna è affidata all’autorità amministrativa, che però - replica Giuliano - «non può sottrarsi sostenendo che il ripristino non serve più. Se ci provano farò ricorso in sede di esecuzione».

Nel frattempo l’avvocato Giuliano è pronto ad aprire un altro fronte: «Dispiace - dice il legale - che il Comune si sia opposto, peraltro invano, alla nostra richiesta. Il Comune, o meglio sarebbe dire i suoi organi amministrativi, il cui operato appare in contrasto con l’indirizzo politico di cui alla mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale il 5 giugno 2019.
Per parte nostra procederemo con istanza di annullamento della sanatoria della discarica in quanto effettuata (il 29 agosto 2012) sulla base di norma dichiarata incostituzionale e quando il giudizio davanti alla Consulta era già pendente (ricorso notificato il 28 febbraio 2012), e a favore di soggetto che è anche responsabile civile e che quindi non può avvalersi della tutela dell’affidamento. La fretta con cui si è sanato stride con la successiva inerzia, visto che la discarica comunque non ha più riaperto».

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