Il Mercatino di Natale di Trento? Forse non si fa, per l'Antitrust. Stanchina: «Ringraziate Carollo»

di Giorgio Lacchin

I Mercatini di Natale a Trento rischiano di saltare. Roberto Stanchina, assessore al Turismo del Comune, è davvero preoccupato dopo che l’Antitrust ha tirato le orecchie alla Provincia. «La situazione è delicata, ora la questione è in mano alla nostra avvocatura e all’Apt», sospira Stanchina. «Il rischio è che la città di Trento perda un evento di enorme importanza». Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, la norma che consente alle Apt di gestire direttamente i Mercatini è restrittiva della concorrenza. La gestione di questi eventi, viene sottolineato, andrebbe messa “a gara”.
Assessore Stanchina, il parere dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, firmato dal presidente Roberto Rustichelli, è stato pubblicato nell’ultimo bollettino settimanale.
«Il parere dell’Antitrust è arrivato alla Provincia. Fino a martedì, in Comune non sapevamo niente».


Martedì ve ne siete occupati nella riunione di Giunta.
«Adesso la questione è in mano alla nostra avvocatura e all’Apt».

Siete tranquilli?
«Lo saremo quando avremo delle certezze. Di sicuro il Comune non può compiere delle forzature fuori legge».


Voi credete di avere fatto le cose per bene?
«Naturalmente. Mi sento di difendere assolutamente il Comune. Quando facciamo qualcosa ci pensiamo su. Abbiamo un protocollo anticorruzione sulle gare d’appalto che è rigidissimo. Ci dicono, addirittura, che siamo troppo lenti... Perché noi abbiamo sempre lavorato per il bene comune. I soldi dei Mercatini non vanno in tasca ai politici... all’assessore... È la città che ne trae beneficio. Tutta la città. Lo voglio sottolineare: noi lavoriamo per il bene comune. Sempre».

I Mercatini di Natale rischiano di saltare?
«La situazione è delicata. Abbiamo visto tutto e il contrario di tutto, nelle sentenze. Se il Comune verrà messo nella condizione di dover annullare l’evento, vedremo. Il caso è stato sollevato da un privato».

Il privato in questione è Agostino Carollo, organizzatore di eventi e musicista roveretano?
«Non ci vuole tanta fantasia per capirlo».

È stato Carollo, sì o no?
«Chiaro che nasce da lui. Il rischio, adesso, è che la città di Trento perda un evento di enorme importanza».

I Mercatini sono un pilastro dell’economia trentina.
«Qui rischia di saltare un sistema economico».

Addirittura.
«I Mercatini di Trento valgono l’indotto turistico di una città in un periodo di massimo afflusso».

In soldoni?
«Qualche milione di euro».

Può essere più preciso?
«Ripeto: qualche milione di euro. Si parla di oltre un milione di visitatori. Si parla di uno dei migliori Mercatini dell’arco alpino. Uno dei cardini della nostra economia. Ma voglio dire un’altra cosa: chi intraprende un’iniziativa di questo tipo...».

...Carollo.
«...chi intraprende un’iniziativa di questo tipo, si prende una responsabilità enorme. Noi ci prendiamo le nostre, ovviamente, ma tutte le parti in causa devono farlo. Ma io voglio arrivare fino in fondo alla questione».

Arriviamoci, allora.
«Allora dico: e se abbiamo ragione noi? Mettiamo il caso che i Mercatini 2019-20 saltino. Poi, però, arriva la sentenza e ci dà ragione. Cosa facciamo a quel punto: una richiesta danni?».

Ce lo deve dire lei.
«Faccio un appello alla responsabilità di ciascuno. E lo faccio con forza. Che poi si possa e si debba discutere, ci mancherebbe! Le cose, però, si possono fare in un’altra maniera».

Quando è uscita la notizia della “bacchettata” dell’Antitrust pensavamo tutti quanti che la questione si sarebbe risolta facilmente.
«Non va sottovalutato nulla. Dobbiamo usare la massima cautela e la massima serietà».

Quanto tempo ci vuole per sapere come va a finire?
«Due settimane al massimo. È nell’interesse di tutti che la partita si chiuda velocemente».

E intanto?
«Noi andiamo avanti come sempre».

Come se i Mercatini si facessero.
«Esatto. Uno è colpevole solo quando c’è una sentenza in tal senso».

Ci sono altri Comuni nella stessa situazione di Trento?
«Il privato di cui parliamo ha aperto una questione molto più ampia. Questo è certo».

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