Stazione nuova senza ascensore Da 5 anni si aspetta il collaudo

di Paolo Giacomoni

È bella la «nuova» stazione di Mesiano, soprattutto la notte scendendo verso la città, con la sua scia di luci bianche che spicca nel buio delle campagne circostanti, una banchina coperta di 150 metri con biglietteria automatica, tabelloni ed orologio più volte prese di mira dai vandali e per sfondo una parete quasi completamente «decorata» da apprendisti writers in cerca di ispirazione.

Una struttura costata oltre 3 milioni di euro e aperta nella sua interezza nel novembre del 2015 dopo due anni di lavori, modifiche al progetto originario, problemi, allagamenti e varianti in corso d’opera a servizio principalmente delle vicine facoltà universitarie. Si può raggiungere tranquillamente da via dei Valoni, da una laterale di via Mesiano e dalle cinque rampe di scale che partono dal rettilineo stradale sotto il ponte ferroviario.

Attenzione però: è fondamentale non avere grossi problemi di deambulazione, portatori di handicap o bambini piccoli con carrozzine e passeggini al seguito, in quel caso, per poter sperare di salire sul treno della Valsugana, preparatevi ad una faticosa e lunga «circumnavigazione» attraverso le citate vie limitrofe. Si, perché lo splendido ascensore di vetro e acciaio che dovrebbe servire per superare il dislivello tra la strada e la stazione non è mai entrato in funzione e da cinque anni è sbarrato, in attesa del necessario collaudo.

Una situazione paradossale, ennesima storia di ordinaria burocrazia italica dovuta, a quanto pare, ad un problema legale tra la Rfi (Rete Ferroviaria) e l’azienda privata che il collaudo lo deve eseguire e senza il quale l’ascensore (pagato come il resto con i soldi della Provincia), non può essere operativo. A nulla sono valse fino ad ora le proteste degli utenti, gli articoli di stampa e le diverse interrogazioni effettuate in consiglio provinciale.

Nonostante le rassicurazioni - l’ex assessore provinciale Gilmozzi in risposta ad un’interrogazione di Filippo Degasperi (M5S) garantiva la soluzione del problema nel dicembre 2016 - la situazione non si sblocca, l’ascensore rimane inutilizzabile e l’accesso ai binari un vero e proprio «tour de force» soprattutto per i disabili. Vedremo se dopo la «vera» priorità del Trentino costituita da lupi ed orsi «assassini», si troverà il tempo e la voglia anche per affrontare queste infime questioni.

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