Sicurezza: le guardie armate pattugliano il centro città

Ieri hanno iniziato a pattugliare la città i "custodi di quartiere", nuovo presidio straordinario contro il degrado messo in campo dal Comune di Trento per due aree giudicate particolarmente a rischio del capoluogo.
Le guardie armate provengono dall'istituto di vigilanza privata "Cittadini dell'Ordine Spa" e hanno il compito di presidiare a piedi, per 8 ore la giorno, per cinque giorni alla settimana che cambieranno di volta in volta, due zone ben precise di Trento: il progetto riguarda infatti l'area compresa tra via Torre Vanga, via Pozzo, via delle Orfane, piazza Santa Maria Maggiore, via Santa Margherita, via Tommaso Gar e piazza Da Vinci (zona 1) e quella delimitata da Largo Carducci, via Santa Maria Maddalena, vicolo Santa Maria Maddalena, via Dietro le Mura, via dei Ventuno, via Marchetti, parco San Marco, vicolo San Marco, via San Marco, vicolo della Mostra, piazza Mostra, passaggio Osele, via Suffragio e via San Pietro (zona 2). Per un anno in via sperimentale, tutti i giorni dalle 15 alle 23, una guardia si aggiungerà ai pattugliamenti delle forze dell'ordine che garantiscono quotidianamente la sicurezza in città.

I compiti dei "custodi di quartiere" saranno di guardiania e prevenzione: gli istituti di vigilanza privata, come previsto dalle leggi, infatti possono tutelare esclusivamente beni mobili e immobili, non hanno quindi compiti di polizia. Nel concreto significa che i custodi di quartiere non potranno identificare eventuali persone che commettono delle violazioni, dovranno rivolgersi alle forze dell'ordine in questo caso e far intervenire loro, ma potranno agire direttamente in casi di vandalismo o atti illeciti sugli edifici nella tutela del bene procedendo per la denuncia a coordinarsi con le forze di polizia. L'azione di tutela dei beni mobili e immobili prevede che intervengano direttamente quando ci siano azioni contro gli edifici di natura pubblica, dalle chiese, agli uffici, le scuole, gli asili, il centro studi internazionali, la Fondazione Demarchi, insomma tutti quegli stabili pubblici che insistono sulle due aree individuate dal progetto e sono spesso stati oggetto di imbrattamenti, danni e degrado. La speranza è che fungano anche da deterrente: una divisa in più sulle strade della città.

Il rapporto con la polizia locale, il cui comandante Lino Giacomoni ha contribuito alla stesura di questo progetto sperimentale con l'amministrazione, sarà continuo e molto stretto: i custodi di quartiere sono chiamati a redigere un rapporto giornaliero della loro attività ed inviarlo alle forze di polizia.

Oltre al ruolo più strettamente di prevenzione e guardiania, viene chiesto ai "custodi i quartiere", e per questo sono stati preparati, anche di mettere in campo un'azione di ascolto del territorio: «I cittadini o i titolari di attività economiche potranno suggerire ai custodi di quartiere modifiche a questo progetto rispetto a come lo abbiamo avviato - spiega il comandante Giacomoni - da passaggi più frequenti a giorni particolari nei quali è necessaria questa ulteriore presenza. Come è nella natura sperimentale di questa azione si presterà particolare attenzione, dove possibile, a modulare l'intervento sulle esigenze concrete dei cittadini che abitano queste due zone della città».

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