Palazzo delle Albere conteso Zecchi resiste a Sgarbi: "Un pavillon, collegato al Muse"

di Francesco Terreri

«Il palazzo delle Albere, un Pavillion aperto all’attualità del dialogo tra scienza e filosofia, in sintonia con i contenuti dell’area di Renzo Piano, che ha già dato la sua collaborazione per il concept del progetto». Stefano Zecchi, presidente del Muse, rilancia l’esposizione «Scienza e filosofia» a cavallo tra Museo delle scienze e Palazzo delle Albere, perfino con un «ponte di vetro e di luce». E risponde a muso duro al presidente del Mart Vittorio Sgarbi, che rivendica l’edificio cinquecentesco al Museo dell’arte moderna e contemporanea: «Questo è ciò che vorrei fare, aperto al dialogo e al confronto: se non sarà possibile, tolgo il disturbo, anche a Sgarbi, con mille ringraziamenti al Presidente della Provincia che mi ha voluto nel posto in cui sono».
La villa-fortezza cinquecentesca è quindi sempre più al centro di una disputa tra i presidenti dei due maggiori musei trentini. In questo momento il Palazzo delle Albere non fa capo né al Mart, di cui è stata la sede nel capoluogo fino al 2010, né al Muse. Zecchi, come aveva ribadito venerdì nell’incontro tra i presidenti dei musei, propone di collegarlo al Museo delle scienze. Sgarbi, in ultimo con la lettera indirizzata al presidente della Provincia Maurizio Fugatti (l’Adige di ieri), rivendica il Palazzo al Mart, anche per non rischiare di perdere importanti opere di artisti trentini donate con l’impegno che venissero esposte e oggi poco valorizzate.
Attualmente il Palazzo delle Albere appartiene alla Provincia. L’assessore provinciale alla Cultura Mirko Bisesti ha annunciato un progetto «innovativo» che dovrebbe fare dell’edificio una vetrina di vari settori, dall’innovazione alla ricerca al mondo dell’impresa. L’amministrazione comunale però, per bocca dell’assessore Corrado Bungaro (vedi sotto), chiede di avere voce in capitolo e di collocare la nuova identità del Palazzo all’interno della ridefinizione degli spazi della città come «Casa della cultura». In ogni caso Piazza Dante e Palazzo Thun stanno dialogando e preparano il ritorno in campo delle Albere a fine 2019 con nuove e importanti mostre.
«Una mostra della pittura trentina possiede una forte identità territoriale, e la sua giusta collocazione potrebbe essere nel palazzo (Palazzo Trentini ndr), in cui Sgarbi ritiene si debba invece alloggiare l’esposizione Scienza e filosofia - sostiene Zecchi - Chi viene a Trento per visitare la città, insieme alle bellezze del luogo può opportunamente, in quel palazzo, conoscere una parte della cultura trentina attraverso i suoi celebri pittori. Sgarbi vorrebbe mandare lì il mio progetto: non ha visione, ha una concezione provinciale».
«Diverso da quel luogo è il palazzo delle Albere, un Pavillion aperto all’attualità del dialogo tra scienza e filosofia». Il filosofo pensa ad un’esposizione «in grado di mettere in scena una grande evocazione della cultura scientifico-filosofica contemporanea e internazionale realizzato in armonia con il contesto. Tant’è che lo stesso palazzo delle Albere dovrebbe relazionarsi con la contemporaneità e non risultare un’appendice pietrificata, ferma, non dinamica del Muse».
Inoltre «il parco, che collega il museo al palazzo delle Albere, deve diventare uno spazio di creatività, di installazioni di materie e di luci, firmato da importanti designer internazionali, che andrebbe a comporre un percorso a cielo aperto di dialogo tra scienza e filosofia in una visione internazionale contemporanea dell’innovazione sostenibile. Per esempio, ho già fatto disegnare un ponte di vetro e di luce che nella sua trasparenza e leggerezza conduce i visitatori del Muse alla conoscenza, nelle Albere, delle grandi domande che oggi la filosofia morale pone alla scienza».

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