Rifiuti nei sacchi blu Il 30% non è riciclabile

di Lorenzo Basso

La raccolta degli imballaggi leggeri rimane un problema per la qualità dei rifiuti differenziati della città di Trento, che si traduce in una penalizzazione del materiale sul mercato a causa dell’alta percentuale di impurità presente.

Una problematica ribadita nei giorni scorsi, nell’ambito di una convocazione della Commissione ambiente del Comune di Trento, dal dirigente del Servizio di igiene urbana di Dolomiti energia Carlo Realis Luc, che, presentando i risultati registrati nel 2018, ha rilevato come il 30% dello scarto presente nei sacchi azzurri non sia riciclabile. Si tratta, a quanto rilevato, dell’unico punto debole di una raccolta che, nel capoluogo, ha raggiunto l’81% del totale degli scarti prodotti, uno dei livelli più elevati mai conseguiti in tutta Italia.

Il problema riguardante gli imballaggi leggeri sarebbe da ascrivere, a detta di Realis, a «comuni errori di divisione delle immondizie domestiche, per disattenzione oppure mancata conoscenza delle regole di differenziazione», e non a causa della volontà di ridurre (attraverso il conferimento volutamente errato) la tariffa variabile a carico degli utenti.

«Contiamo di migliorare la qualità del rifiuto - ha concluso il dirigente - con l’introduzione del sacco con codice a barre per l’individuazione dell’utenza in caso di errore e la possibilità così di comminare una sanzione amministrativa da parte della polizia locale».

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