Alpinismo: l'impresa di Pucher da Povo

di Paolo Giacomoni


A 72 anni è partito in bicicletta da Pera di Fassa per raggiungere il Gardeccia, e da lì ha ripetuto una via alpinistica - il famoso Spigolo Piaz - per ricordare l'amico: è l'omaggio dell'alpinista di Povo Giorgio Pucher, che a 72 anni ha reso omaggio a Romeo Destefani, suo compagno di cordata, morto nel 1996.

Romeo Destefani era un fortissimo scalatore «poèro», prematuramente scomparso a 50 anni nel 1996. Già a sedici anni arrampicava sulle Dolomiti insieme a due fuoriclasse come Bepi Loss ed Emilio Bonvecchio aprendo numerose vie, alcune non ancora ripetute, tra le altre: la parete Sud dello Spallone del Croz dell’Altissimo (via Loss-Destefani), la Nord-nord-est e la Nord del Castello di Vallesinella, la seconda ripetizione della Cima della Farfalla salendo per la parete Nord-est. Un «maestro» che, negli anni ‘60 e ‘70, con il suo traino ha senz’altro contribuito a fare di Povo probabilmente l’area «cittadina» con la più alta concentrazione di guide alpine della regione.

Nel 1968 Romeo Destefani insieme ad un giovanissimo Giorgio Pucher, «satino» di Povo tra i membri fondatori dello Sci Club Marzola, affronta una classicissima via delle Dolomiti: lo «Spigolo Piaz» sulla Torre Delago nel gruppo del Catinaccio; un itinerario aperto nel 1911 dal mitico Tita Piaz con Francesco Jori e Irma Glaser. Lo scorso settembre cinquant’anni esatti dopo quella salita lo stesso Giorgio Pucher, ora brillante settantunenne, questa volta insieme al nipote Massimo Faletti (fortissima guida alpina «poèra» di 49 anni), decide di ricordare Romeo Destefani con una ripetizione della parete «alla maniera di Piaz», risalendo in bicicletta da Pera di Fassa fino al rifugio Vajolet e quindi procedere con l’attacco allo spigolo. «Ho deciso di tornare sulla Torre Delago per ricordare l’amico Romeo Destefani - dice Pucher - uno dei primi alpinisti di Povo che cinquant’anni fa mi aveva portato qui ad arrampicare con lui.

Anche questa volta è stata una salita abbastanza agevole e un’arrampicata piacevole che offre visioni aeree ed è molto esposta, in molti passaggi ci si trova proprio a cavalcioni sullo spigolo». Entusiasta anche Max Faletti per questa (per lui) passeggiata sulle Dolomiti: «Affrontare l’avvicinamento alla salita in bicicletta è stato molto bello - afferma - una bella giornata, perché arrampicare con mio zio, che mi portava a sciare quando ero piccolo è stata davvero una grande emozione. Con lui ho avuto la stessa emozione anche quest’inverno, quando è venuto a fare fuori pista con me. Condividere è figo!» conclude alla sua maniera Massimo Faletti.

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