Dialisi per i malati in Ghana Sanitari africani a Trento per la formazione

Tre anni fa, grazie al contributo della Provincia e dell'Associazione Amici della Sierra Leone Onlus di Rabbi, era stato inaugurato in Ghana il primo centro per la dialisi all'ospedale di Tamalè, punto di riferimento per un bacino d'utenza di 2 milioni di abitanti e terzo nosocomio del paese africano. In queste settimane sono a Trento, per un tirocinio di 40 giorni, il dottor Braimah Baba Abubakari e l'Adam Wanzam Yahaya provenienti proprio da quell'ospedale per imparare la tecnica della dialisi peritoneale, terapia adottata per il trattamento dell'insufficienza renale cronica attraverso la quale il processo di depurazione del sangue avviene all'interno dell'organismo sfruttando come membrana dializzante il peritoneo.

«Il centro è stato aperto per la dialisi extracorporea - spiega il primario Giuliano Brunori - ed inizialmente era solo per acuti, ma poi piano piano, visti anche i bisogni, sono stati creati dieci posti letto. È importante ora che imparino quest'altra metodica perché può essere fatta non solo in ospedale ma anche nei piccoli presidi sanitari. Lì ci sono grandi distanza e soprattutto difficoltà a muoversi e quindi tutto ciò che può facilitare la cura è utile». In Ghana lo Stato non rimborsa nulla e quindi chi ha bisogno di un trattamento dialitico deve pagare. Se uno deve effettuare solo pochi trattamenti può farcela, per i cronici è davvero difficile.

La dialisi peritoneale può essere una soluzione considerato che non servono macchinari ma è sufficiente un catetere e una soluzione dializzante. Introdurre questa tecnica consente una riduzione dei costi e inoltre l'intervento è più semplice nell'esecuzione e può venir proposto su larga scala. Già a fine 2013 il personale ghanese aveva frequentato il reparto di Nefrologia e dialisi del S. Chiara per acquisire le competenze di base nella gestione del paziente con insufficienza renale che necessita di terapia con emodialisi.

La formazione aveva inoltre coperto anche le conoscenze per la gestione del paziente con malattia renale al di fuori della terapia dialitica (farmaci, patologie associate) e le modalità per giungere alla definizione della malattia renale e le sue possibili terapie. Grazie a questo periodo di formazione finanziato da Provincia attraverso l'associazione Amici della Sierra Leone il medico e l'infermiere potranno poi tornare in patria e «insegnare» ciò che hanno imparato ai loro colleghi. Nozioni che saranno utili anche ai paesi confinanti.  I dati dei registri mondiali di dialisi evidenziano come nel mondo occidentale (Europa, Nord America, Australia) i pazienti che annualmente vengono avviati alla terapia dialitica è di circa 160 persone per milione di abitanti (in Trentino ci sono ogni anno circa 70 nuovi pazienti), mentre nei paesi in via di sviluppo si va da 2 a 10 pazienti per milione di abitanti. Il Ghana ha un'incidenza annua di 2 nuovi pazienti per milione di abitanti. Ciò, purtroppo, non vuol dire che in questa parte del mondo non ci si ammala di malattie renali, ma che solo pochissimi pazienti possono accedere alle cure delle malattie renali.

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