Nuovo stadio, ipotesi Piedicastello, ex Italcementi «Impianto rialzato, sopra il centro polifunzionale» Proposta di Campomarzio, Comune interessato

di Domenico Sartori

E se il nuovo stadio venisse realizzato sul tetto del futuro centro espositivo-polifunzionale in zona ex Italcementi, anziché a Ravina, come prevede il Prg, o sull'area San Vincenzo di Mattarello, accanto ai campi di allenamento del «Nido gialloblu» voluti dal Calcio Trento?
Non è un boutade estiva, ma più che un'ipotesi. E l'idea ha fondamenti solide, che i giovani progettisti di Campomarzio stanno studiando da mesi. L'hanno illustrata all'assessore alle attività economiche del Comune, Roberto Stanchina , che l'ha rilanciata pubblicamente con entusiasmo, ne hanno accennato a Patrimonio del Trentino spa, l'immobiliare della Provincia incaricata di realizzare il nuovo centro espositivo-polifunzionale oltre il fiume Adige. E il primo a cui hanno presentato il progetto è stato Mauro Giacca , presidente del Calcio Trento.

Ci sono diverse ragioni che hanno portato i progettisti di Campomarzio a mettere sul tavolo il progetto, che è in corso di affinamento. In primo luogo, rispondere ad una doppia esigenza: ridurre il consumo di suolo (come la nuova legge urbanistica chiede) e «contestualizzare» la scelta urbanistica, perché oltre il fiume c'è un pezzo di città da ripensare, non una mera funzione da collocare. Si potrebbe dire: tre piccioni con una fava. Perché, spiega l'ingegner Daniele Cappelletti , a Trento ci sono tre grandi eventi in cerca di spazio: le fiere e le esposizioni che lasciano l'ex Cte di via Bomporto; lo stadio Briamasco da spostare; e il centro congressi, progettato nel quartiere Le Albere e poi «fermato» per fare spazio alla nuovo biblioteca universitaria. Per Campomarzio sarebbe un errore confermare la logica urbanistica delle monofunzioni: il centro espositivo da una parte, lo stadio dall'altra.

«Così si è fatto negli anni '90, quando si sono costruiti gli stadi per i mondiali» ricorda Cappelletti «ma non funziona più. Si guardi agli stadi urbani realizzati in Inghilterra e nel Nord Europa, o allo stadio di Belgrado». Il riferimento è al «Vo?dovac Stadion»: un campo sopraelevato con sotto negozi, bar, ristoranti, strutture di servizio e di richiamo. E la stessa cosa è stata fatta a Neuchâtel, in Svizzera con lo «Stade de la Maladière», struttura che oltre alle infrasttrure sportive ospita un'area commerciale con 54 negozi, 939 posti auto coperti, palestre, la sede dei pompieri e altri servizi.

«Realizzare solo il centro espositivo rischia di creare un effetto periferia, in un'area che invece è centrale» dice Cappelletti «la monofunzione è quella che porta ad avere centinaia di parcheggi sottoutilizzati quando non si sono i grandi eventi. Si tratta mettere le funzioni in sinergia». Perché lo stadio sul tetto del centro espositivo? «Le dimensioni della struttura ipotizzata da Patrimonio del Trentino è di 6.000 m², che corrisponde più o meno alla superficie di un campo da calcio» spiega Cappelletti «attorno, ad anello, ci possono stare le tribune e, sotto, spazi commerciali, ristoranti, servizi».

«Si tratta» aggiunge l'ingegner Alessandro Busana «di ragionare sull'intera area, di pensare a servizi per il quartiere. L'area si presta a realizzare il polo espositivo, ma si può fare meglio e di più in una logica urbana di ricostruzione di un pezzo di città. Il nostro vuole essere un contributo alla discussione, un progetto che stiamo illustrando a tutti gli attori interessati». L'idea di fondo è quella della sinergia tra eventi.

«Se fai lo stadio a Mattarello, poi servono le risorse per infrastrutture l'area, creare i parcheggi e i servizi relativi. Se invece lo si fa a Piedicastello, si ha a disposizione strutture che servono una pluralità di eventi, non limitati al fine settimana o a pochi giorni» dice Cappelletti. Che significa, per Campomarzio, minori costi in fase di realizzazione (oltre 20 milioni tra stadio e centro polifunzionale) e minori costi di gestione. La qual cosa potrebbe rendere molto più appetibile il coinvolgimento di capitali privati. Allo stadio, chi vive in città, potrebbe arrivare a piedi, attraverso la passerella sul fiume che per Campomarzio sarebbe meglio realizzare in asse con via Verdi e non via Canestrini. L'accessibilità sarebbe garantita dalla tangenziale e dai mezzi pubblici, oltre che dalla vicina stazione al di qua del fiume.


L'ASSESSORE STANCHINA: "POSITIVO"

«È un progetto convincente, positivo, che merita di essere valutato» dice Roberto Stanchina , l'assessore alle attività economiche del Comune di Trento, a proposito della proposta di Campomarzio di concentrare tutti i grandi eventi sull'area ex Italcementi: fiere, concerti, congressi e pure le partite di calcio, realizzando lo stadio sul tetto del futuro centro espositivo (da 3,6 milioni di euro) che Patrimonio del Trentino è chiamata a costruire.

La variabile «tempi» è però decisiva, ora che il consiglio di amministrazione dell'Apt cittadina ha accettato di subentrare a Trento Fiere (controllata da Patrimonio del Trentino, cioè dalla Provincia, ndr) nella organizzazione di mercatini, eventi espositivi e altre manifestazioni che potranno essere proposte sull'area ex Italcementi. La decisione dell'Apt, attesa da mesi, sblocca le complesse operazioni di permuta immobiliare tra gli gli enti coinvolti, i cui schemi sono pronti da mesi. «I protocolli potranno essere firmati in settembre» dice Stanchina.

La prima permuta è tra Provincia e Università. La Provincia si impegna a mettere a disposizione di UniTn, per 30 anni, a titolo gratuito, l'immobile della «Buc», la biblioteca alle Albere, e a trasferire (ad un valore di 10,325 milioni ) la proprietà del compendio ex Cte di Trento Fiere. In cambio, ottiene da UniTn il piazzale Sanseverino ( 5,677 milioni ) e la sede di Hit a Povo ( 4,3 milioni ). La seconda permuta è tra Provincia e Comune di Trento: la prima «gira» al Comune piazzale Sanseverino e ottiene in cambio l'area Bonomelli di Piedicastello (che vale 3,8 milioni ), dove Patrimonio del Trentino realizzerà il nuovo centro espositivo-polifunzionale, l'ex municipio di via Belenzani ( 1,7 milioni ) e un'area edificabile in via Sabbioni a Povo ( 5-600 mila euro ). Il nodo vero è la «fretta» di UniTn, che secondo lo schema di protocollo d'intesa con la Provincia avrebbe dovuto vedersi trasferire l'ex Cte entro il marzo scorso, per realizzarvi la nuova mensa universitaria e altri spazi per gli studenti.

Una trattativa tra Comune e Università per rinviare la consegna dell'ex Cte è nelle cose, anche perché l'Amministrazione cittadina non considera praticabile, se non come estrema ratio, una struttura provvisoria per ospitare gli eventi in attesa del completamento del nuovo centro polifunzionale oltre il fiume. «Costerebbe almeno 400 mila euro, uno spreco» dice Stanchina «confidiamo che l'Università comprenda». Il progetto di Campomarzio di nuovo stadio all'ex Italcementi, da realizzare sulla copertura della nuova struttura espositiva, dovrà inevitabilmente fare i conti con la partita immobiliare in fase di chiusura.

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(nella foto in alto, lo stadio di Neuchatel in Svizzera, che ospita olre 50 negozi)

 

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