Chiude il bar ristorante Vega alla stazione delle corriere

La stazione delle corriere di piazza Dante perde il suo ristorante bar.
Dal primo di  giugno chi desidera consumare un pasto veloce, fare colazione o semplicemente bere un caffè in attesa della prossima corriera, troverà chiuse le porte del self service «Vega».

I titolari - Carlo e Maria Teresa Rigotti, due volti noti a chi frequenta il locale - dopo 14 anni hanno gettato la spugna decidendo di chiudere. «È una decisione sofferta,  che abbiamo tentato in tutti i modi di evitare - racconta, amareggiata, la titolare - ma purtroppo il conto economico non ci consente  di andare avanti: le spese sono eccessive rispetto agli incassi». E così, a malincuore, nelle settimane scorse il personale - quattro persone  tra cui c’è anche la sorella del titolare e una dipendente che lavora al  «Vega» sin dall’apertura, nel 2003 - sono stati avvisati dell’imminente licenziamento per chiusura del locale.

La crisi è arrivata negli ultimi due anni. «Il trasferimento di uffici provinciali e banche - spiega la titolare - ci ha fatto mancare uno zoccolo duro di clientela. Se a questo aggiungiamo un affitto impegnativo e tutte le spese che deve affrontare un’attività come la nostra, il quadro è presto fatto».

Per anni il «Vega» ha garantito un servizio di ristoro apprezzato in una delle aree problematiche della città: piazza Dante, ma anche la stessa stazione delle corriere frequentata ogni giorno da migliaia di pendolari, ma talvolta anche rifugio di sbandati. Il locale apre le porte alle 7, ma i gestori arrivano un’ora prima perché tutto sia pronto.
Si chiude alle 20.

«La stazione - ricorda la titolare - è per definizione un luogo di passaggio, ma noi abbiamo  anche una clientela affezionata: alla mattina si fermano studenti e lavoratori per fare la colazione o per bere un rapido caffè; a mezzogiorno c’è soprattutto la clientela degli uffici; a tutte le ore ci sono viaggiatori e autisti di Trentino Trasporti.
In questi anni abbiamo avuto buoni rapporti con tutti, compresa la Provincia (che attraverso Patrimonio del Trentino è proprietaria dell’immobile, ndr), anche se non sono certo mancati i balordi».

Sul fronte della sicurezza la situazione però è cambiata, per fortuna in meglio. I coniugi Pedrotti per anni hanno occupato un osservatorio privilegiato su piazza Dante, spesso al centro di episodi di microcriminalità. «Dopo i lavori, con il rifacimento dei giardini e il potenziamento dei controlli, la situazione da questo punto di vista è migliorata. Anche se, mi dicono,  i soggetti problematici si sono solo spostati altrove in città».

I gestori del «Vega» sperano che la chiusura possa trasformarsi in un passaggio di testimone: «Ci auguriamo che qualcuno si faccia avanti e prosegua l’attività». Nelle ultime settimane era stata esplorata anche la possibilità di trovare un accordo con la Provincia per ridurre l’affitto, ma anche la superficie del locale. L’ipotesi però non si è concretizzata e come unico sbocco è arrivata la chiusura.

I titolari del «Vega», dopo aver maturato in questi anni un bel bagaglio di esperienza, per ora non hanno progetti immediati per il futuro: «Ci prendiamo un periodo di riposo», dicono. Privo di certezze è anche il futuro del punto di ristoro della stazione delle corriere, presente da decenni (prima dei coniugi Rigotti c’era «Spizzico»). Resistono l’edicola-tabaccheria, il negozio di articoli da regalo e l’agenzia viaggi.

Per bere un caffè o mangiare un boccone, però, i passeggeri dovranno recarsi altrove: in stazione Fs, sull’altro lato della piazza o verso via Pozzo.

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