Botte a due operatori del Punto di Incontro

Un uomo è entrato al Punto d'Incontro di Trento e ha aggredito e ferito due operatori impedendo la distribuzione dei pasti

di Leonardo Pontalti

Ha aggredito, prendendoli a pugni, due operatori del Punto d’Incontro di via Travai, costringendoli a ricorrere alle cure dei medici e privando la struttura di solidarietà e accoglienza fondata da don Dante Clauser della possibilità di servire regolarmente i pasti: servizio ridimensionato, almeno fino a dopodomani.

Tutto è accaduto mercoledì, durante il primo turno di distribuzione dei pasti: mentre la sala mensa era già piena, un trentenne si è presentato all’ingresso in evidente stato di alterazione. Ha chiesto di poter entrare e, quando il personale gli ha chiesto di pazientare, ha iniziato a dare in escandescenze.

«Si è fatto largo incurante delle parole del personale - ha spiegato il responsabile dell’accoglienza del Punto d’Incontro Michele Boso - ed anche una volta all’interno le nostre parole non sono bastate a calmarlo, anzi. Ha iniziato a rovesciare sul pavimento del cibo ed altri recipienti e quando alcuni di noi hanno tentato di fermarlo, ha reagito in maniera ancora più scomposta».

Tutto a quel punto è sconfinato nella violenza più bieca, con il trentenne che si è scagliato contro una delle operatrici, rifilandole un pugno in pieno viso, tanto forte da farla finire a terra tramortita.
«A quel punto - spiega ancora Boso - abbiamo spinto fuori l’uomo ma anche una volta riportato all’ingresso non si è calmato, anzi. Si è scagliato contro un altro nostro operatore, prendendo a pugni anche quest’ultimo».

Entrambi hanno dovuto proseguire la loro giornata al pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara, dove hanno ricevuto le cure del caso. Per l’operatore la prognosi è stata fissata in tre giorni, mentre alla donna è andata peggio: le conseguenze del pugno rimediato e della conseguente caduta a terra la stanno costringendo ad un periodo di riposo forzato di almeno una settimana.

«Questo vuol dire che da ieri (giovedì, ndr) ci ritroviamo senza due operatori. Che, sommati ad un altro operatore che già questa settimana era a casa in malattia, ci permettono di lavorare con appena due operatori. Una situazione insostenibile, tanto che mercoledì dopo il primo turno ed il grave episodio avevamo sospeso il servizio mensa. Il giorno dopo, ovvero giovedì, abbiamo deciso di mantenere solo il servizio docce, mantenendo chiuse le sale di accoglienza e della mensa: abbiamo preparato comunque pasti, distribuendoli però in sacchetti che sono stati consumati all’esterno della struttura da chi è venuto a pranzo presso la nostra struttura. Così è stato anche per la giornata di oggi (ieri, ndr) e così accadrà anche domani (oggi, sabato, ndr). Domenica siamo chiusi e lunedì dovremmo poter riprendere normalmente il nostro servizio».

Resta comunque il problema legato alla sicurezza: «Fortunatamente episodi del genere non sono frequenti: siamo già andati in questura a fornire tutti gli elementi alle forze dell’ordine che credo ora stiano cercando il responsabile. Lo conosciamo, viene da noi come anche dai Cappuccini da tempo e anche lassù alla mensa dei frati nei giorni scorsi si era lasciato andare a comportamenti poco civili».
Resta l’amarezza per le angherie che, anche chi si dedica generosamente agli altri, rischia ogni giorno di dover subire.

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