Sat, ripulite da rifiuti e residui le gallerie belliche sul Celva

di Paolo Giacomoni

Gli «Stoi» (dal tedesco «Stoll» galleria), sono cavità artificiali costruiti all'inizio del secolo scorso che l'Impero austro-ungarico realizzò, con il contributo determinante della popolazione, in poco meno di un anno prima dell'inizio della guerra nel 1915.

Molte di queste gallerie, nel secondo dopoguerra, furono affidate a privati ed adibite a depositi o attrezzate per trascorrere qualche giorno «ai freschi» nelle giornate estive. Alcune, ancora perfettamente agibili, si possono trovare sul Monte Chegul altre, ormai abbandonate, negli anni sono diventate pericolose e soprattutto ricettacolo di materiale ed immondizie.

Alcuni di questi «Stoi», che si trovano in una zona poco conosciuta dalla stessa comunità di Povo, alla base del Monte Celva nel versante che guarda verso Oltrecastello, sono stati oggetto nei giorni scorsi di una interessante intervento di pulizia intrapreso dai volontari del Gruppo Speleologico Trentino - Sat Bindesi di Villazzano nell'ambito della manifestazione promossa da Legambiente «Puliamo il mondo», rinominata nell'occasione dagli speleo locali «Puliamo il buio».

Una giornata di lungo e faticoso lavoro sia per lo sviluppo di queste grotte comunicanti lunghe 80 metri, sia soprattutto per il materiale rinvenuto e rimosso: stufe arrugginite, bombole di gas vuote, bidoni, ferro di varia natura, onduline, teli in plastica, bottiglie rotte, cocci in ceramica e molto altro per complessivi 4 cassonetti da 400 litri di «residuo», un bidone e mezzo di vetro e ben 840 Kg di materiale ferroso.

«È stato un lavoro impegnativo - dicono i volontari - ma ci ha lasciato la grande soddisfazione di aver riportato alle origini un piccolo pezzo di storia di Trento». Un'altra lodevole iniziativa che dopo la «Giornata del volontariato» organizzata in aprile dalla circoscrizione, conferma il ruolo del volontariato nella cura dei «beni comuni».

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