Villazzano, la circoscrizione dice no all'elettrodotto Terna

Il consiglio circoscrizionale di Villazzano boccia senza appello il progetto di razionalizzazione e sviluppo della rete elettrica di Terna Rete Italia e lo fa in maniera unanime compreso il gruppo del Pd. È la prima bocciatura «ufficiale» al progetto da 17 milioni di euro che porterà ai piedi della Marzola 29 tralicci dell'alta tensione con altezze che variano dai 24 ai 42 metri, dopo il si condizionato da parte delle circoscrizioni di Oltrefersina, Povo e il prossimo prevedibile si dell'Argentario che si riunisce stasera, considerato che il suo territorio è interessato solo allo smantellamento degli attuali tralicci.

Un parere motivato nel dettaglio, quello di Villazzano, dopo che il progetto è stato esaminato dalla commissione territorio e ambiente e dopo l'illustrazione al consiglio dell'ingegner Clementel del servizio ambiente del Comune, con un'analisi che parte dall'impatto ambientale sul Doss S. Rocco (definito «follia paesaggistica» da Piero Faes, capogruppo Pd), fino ad arrivare sulla fascia pedemontana della Marzola che sarà irrimediabilmente compromessa da una fila di tralicci che vanno ad aggiungersi all'attuale linea di 220 Kv, con un devastante impatto visivo, un esbosco indiscriminato, l'inevitabile costruzione di nuove strade di servizio e altre conseguenze, non considerate del corposo documento consegnato per la valutazione di impatto ambientale, come ad esempio i danni causati dai campi elettromagnetici sull'avifauna.

Se l'intento di smantellare ed allontanare dai centri urbani gli elettrodotti esistenti viene considerato evidentemente positivo da tutti gli interventi in aula, non altrettanto si può dire per procedure, modalità di discussione e coinvolgimento della comunità da parte di Provincia e Comune. Perché è indubbiamente anche un no politico quello espresso dalla circoscrizione di Villazzano che ha espresso un diffuso malcontento sulla metodologia e i tempi di consultazione. 

«Com'è possibile - si è chiesto il presidente Carlo Filippi - che dopo il protocollo d'intesa firmato da Terna, Provincia e comune di Trento nel febbraio del 2010, non si sia mai pensato di coinvolgere le circoscrizioni sul cui territorio, tra l'altro gravato da uso civico, era ipotizzato un progetto di tale portata? E a che serve il parere delle circoscrizioni quando, di fatto, a livello comunale si è già deciso seppur con alcune condizioni?». Interrogativi che, inutile farsi illusioni, non troveranno risposte. Il progetto di Terna Rete Italia, sottoscritto dall'allora governatore Lorenzo Dellai e dall'attuale sindaco Alessandro Andreatta, è di assoluta «rilevanza nazionale» e, di conseguenza, la parola definitiva spetta al ministero delle infrastrutture e trasporti guidato da quel Maurizio Lupi che non appare esattamente un ambientalista della prima ora considerando la sua posizione sulla Valdastico.

«Questione di tempo - mormorano quindi i più pessimisti - ma ai piedi della Marzola arriveranno le ruspe e le motoseghe. Magari qualcuno guadagnerà qualche abbondante porzione di legna da ardere, ma la montagna intorno a Trento che aveva il pregio di essere la più incontaminata, sarà fatalmente deturpata».

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