Il caso diventa nazionale

Il ministero «valuterà il caso di Trento con la massima rapidità» e se emergesse un episodio «legato a una discriminazione di tipo sessuale agiremo con la dovuta severità». È quanto afferma il Ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, a proposito della vicenda dell'insegnante lesbica. E così il caso diventa nazionale. All'interno della news tutte le reazioni politiche, da Forza Italia al Pd, dai Laici alla nota del presidente Ugo Rossi I vostri commentiL'intervista all'insegnante La superiora del Sacro Cuore

Il ministero «valuterà il caso di Trento con la massima rapidità» e se emergesse un episodio «legato a una discriminazione di tipo sessuale agiremo con la dovuta severità». È quanto afferma il Ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, a proposito della vicenda dell'insegnante lesbica. E così il caso diventa nazionale. Anche sull'Internazionale

 

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L'intervista all'insegnante

La superiora del Sacro Cuore

 

bacio lesbo lesbica

 

LE REAZIONI

- "L'ordinamento italiano non prevede di non rinnovare il contratto di una insegnante per i suoi orientamenti sessuali. Chiediamo al ministro Giannini di far rispettare le leggi dello Stato anche all'Istituto paritario Sacro Cuore di Trento, considerato il fatto che la scuola riceve fondi pubblici". Lo chiedono in una interrogazione urgente al ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, a prima firma dei senatori del Pd Andrea Marcucci, Francesca Puglisi e Sergio Lo Giudice e sottoscritta anche dai colleghi Caleo, Cantini, Cucca, D'Adda, Fedeli, Ginetti, Gotor, Granaiola, Mattesini, Mirabelli, Morgoni, Pezzopane, Rossi, Scalia, Spilabotte, Tocci, Vaccari. "Appare del tutto evidente infatti - sottolineano i parlamentari dem - per ammissione stessa della direttrice dell'istituto, che non è stato rinnovato il contratto di una stimata insegnante, solo a causa di una valutazione che viene pudicamente definita di carattere etico morale. Ovvero la docente è stata di fatto rimossa dalla scuola per i suoi orientamenti sessuali. Invitiamo il ministro ad intervenire urgentemente per far valere le leggi ed i diritti dell'insegnante respinta", concludono i senatori.

 

- "Nel commentare l'incresciosa vicenda che avrebbe interessato una docente e la scuola di Trento ove insegnava, pur comprendendo le reazioni di questi giorni, è necessaria estrema cautela: quando si tratta di fatti ancora da verificare, il condizionale è d'obbligo". Lo dichiara, in una nota, Elena Centemero, responsabile nazionale Scuola e Università di Forza Italia, rivolgendo un plauso alla ministra Giannini "per aver assicurato massima rapidità nella valutazione del caso, con un confronto con le parti coinvolte". "Questa situazione sembrerebbe chiamare in causa alcuni principi che Forza Italia sostiene da sempre: la libertà di scelta educativa delle famiglie, da un lato, e il rispetto delle persone e la non discriminazione, dall'altro. Auspichiamo perciò che si faccia la dovuta chiarezza nella tutela di tutte le parti coinvolte, perchè questo è l'unico modo per garantire il vivere sociale e civile", conclude la deputata.

 

- "Esprimiamo profonda indignazione alla notizia del mancato rinnovo contrattuale, dell'Istituto religioso Sacro Cuore di Trento, ai danni della propria docente, accusata di diverso orientamento sessuale". Ad affermarlo è l'Anddos (Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale), in una nota a proposito del caso della docente a cui a Trento non sarebbe stato rinnovato un contratto scaduto per ragioni legate proprio al suo orientamento sessuale. "Un episodio grave - prosegue l'associazione - che ci preoccupa e che deve fare riflettere tutti se verranno confermate le motivazioni del licenziamento: la discriminazione da orientamento sessuale è un delitto alla dignità umana che non può passare impunito da parte delle istituzioni, nè lasciato cadere nell'indifferenza da parte dell'opinione pubblica". "Rivolgiamo un accorato appello al ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini - scrive il presidente nazionale dell'Anddos, Mario Marco Canale - perchè faccia piena luce sull'increscioso episodio e raccolga gli elementi utili a chiarire la vicenda per verificare la veridicità della notizia. Nel caso venissero confermate le motivazioni discriminatorie, ci aspettiamo dal ministro severi provvedimenti nei confronti dell'istituto Sacro Cuore, perchè lo Stato non può permettersi di erogare finanziamenti pubblici a scuole che operano con discriminazione e quindi con principi anticostituzionali".

 

- "Una valutazione definita di carattere etico-morale ha indotto la direttrice dell'Istituto Sacro Cuore di Trento a non rinnovare il contratto ad una insegnante lesbica. Insegnante ritenuta del tutto adeguata ed irreprensibile sotto il profilo professionale. Penso che una valutazione di carattere giuridico-civile debba impedire questa inconcepibile violazione del principio di eguaglianza e del divieto di discriminazione sancito dalla Costituzione, dalle convenzioni internazionali e dalle leggi". Lo dichiara il sottosegretario alle Riforme del Governo Renzi, Ivan Scalfarotto, che aggiunge: "Peraltro come ho avuto occasione di dire al Ministro Giannini e al sottosegretario Reggi, il fatto che questo Istituto paritario riceva contributi pubblici rende ancora più intollerabile questa tristissima vicenda". "Mentre esprimo la più ampia solidarietà a questa persona colpita nella sua dignità e messa a rischio sul piano professionale senza aver fatto nulla di male e auspico un pronto intervento a difesa della legalità violata, credo sia necessario un supplemento di riflessione sul tema dell'omofobia nel nostro Paese e sull'indifferibilità di una legge che condanni le forme più odiose dell'intolleranza e della discriminazione", prosegue Scalfarotto. "La legge antiomofobia nella versione approvata dalla Camera non avrebbe colpito con sanzione penale la madre superiora. E tuttavia, in presenza di una legge, la direttrice della scuola avrebbe forse avuto maggiore contezza della gravità del suo comportamento. Non si tratta di dunque di abbracciare un atteggiamento repressivo a tutti i costi ma di aiutare il Paese a maturare una maggiore consapevolezza sui temi del rispetto e dell'inclusione, dove abbiamo, come appare evidente, ancora moltissimo da imparare", conclude il sottosegretario.

 

- "L'art. 3 della Costituzione non lascia dubbi sulla uguaglianza di tutti senza distinzione alcuna. Mi auguro che la decisione possa essere rivista o che il giudice del lavoro annulli questo licenziamento. La natura religiosa dell'ente, una volta che il comportamento non si presta a censure, non può giustificare una decisione discriminatoria. La misericordia di Papa Francesco va in direzione del tutto opposta". Lo dichiara il senatore del Pd Giorgio Pagliari in merito al caso della docente dell'istituto Sacro Cuore di Trento che sarebbe stata licenziata perchè sospettata di essere lesbica.

 

- "Come Forza Italia condanniamo fermamente quanto è accaduto, qualora ciò sia confermato anche dagli accertamenti in essere, e ci dissociamo in modo chiaro e assoluto da qualsiasi comportamento discriminatorio che possa ledere la dignità umana in tutti i suoi aspetti". Ad affermarlo in una nota è il presidente del Comitato regionale Forza Italia Trentino Alto Adige, Enrico Lillo, a proposito della denuncia da parte dei Comitati trentini per Tsipras di una insegnante a cui non sarebbe stato rinnovato il contratto scaduto da parte di una scuola religiosa di Trento, perchè lesbica. Una versione che la madre superiora ha smentito, dicendo invece di aver chiesto un colloquio di gentilezza. "Il dover apprendere nel 2014 - continua - che un insegnate viene licenziato per motivi discriminatori legati al suo orientamento sessuale è assolutamente inaccettabile. Seppur privato, il Sacro Cuore è un istituto che non può farsi scudo di ciò, per mettere in atto delle azioni completamente fuori luogo, intollerabili e prive di alcun fondamento giuridico e morale", sostiene Lillo. "Lascia ancora più basiti - prosegue - la dichiarazione di Mauro Bondi (presidente del Comitato Laici) che indica tale scelta come l'unica che si aspettano i genitori degli alunni che frequentano il Sacro Cuore, essendo questo un istituto cattolico. Non mi sembra di aver mai letto dei testi di estrazione cattolica che danno delle indicazioni in tal senso, quindi credo che Mauro Bondi debba parlare a titolo personale e non certamente a nome del mondo cattolico. Inoltre, se tutto ciò fosse veramente vero - conclude Lillo - credo che si debba inserire tale increscioso fatto tra quelli di peggiore comportamento razzista e omofobo, pari a quelli di vera e propria violenza fisica perchè indubbiamente colpisce l'interessata nella sua dignità umana e professionale".

 

- Il ministro Giannini "intervenga subito per garantire il rispetto dei diritti costituzionali nell'istituto paritario Sacro Cuore di Trento che ha licenziato un insegnante per l'orientamento sessuale". Lo chiede il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, sottolineando che la docente è stata prontamente difesa dalla Flc-Cgil di Trento. "È l'ennesimo episodio di discriminazione e di violazione della dignità delle persone in Istituti paritari che colpisce tutto mondo della scuola. Il licenziamento - afferma il sindacalista - deve essere revocato e in quell'istituto devono essere ripristinati i diritti civili e sociali. In caso contrario oltre alle iniziative legali chiederemo di revocare i finanziamenti pubblici".

 

- "Se il motivo della mancata conferma in servizio della professoressa fosse da ricondurre a motivazioni attinenti l'orientamento sessuale della stessa, è evidente che ci sarebbe la necessità di un immediato approfondimento da parte della Provincia per il quale ci si riserva fin d'ora ogni valutazione". Ad affermarlo, in una nota, è il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi. Fa riferimento alla vicenda denunciata dai Comitati Tsipras del Trentino, secondo cui, in una scuola religiosa di Trento, una insegnante non avrebbe avuto il contratto rinnovato perchè lesbica. Una versione che la madre superiora ha definito stravolta, affermando di avere cercato solo un dialogo "per capire se avesse un problema personale".

 

- Una scelta logica, nell'ottica di una scuola cattolica. Ma a questo punto i soldi pubblici non possono andare a chi discrimina. È in sintesi ciò che sostiene il presidente del Comitato laici del Trentino, Mauro Bondi, a proposito della vicenda che ha visto denunciare da parte dei Comitati Tsipras del Trentino il mancato rinnovo del contratto di una insegnante perchè lesbica, da parte di una scuola religiosa paritaria di Trento. Una versione smentita dai vertici dell'istituto prima adducendo ragioni economiche, poi per voce della madre superiora, che ha spiegato di avere parlato con la professoressa, "cercando solo un dialogo per capire se avesse un problema personale" e di essere stata fraintesa nelle intenzioni. "Per una volta - afferma dalle colonne del quotidiano locale Corriere del Trentino - devo stare dalla parte della Chiesa. Mi pare del tutto logico che una scuola cattolica, con i suoi principi, che non sono i miei, possa avere fatto una scelta di questo tipo. È la scelta che probabilmente si aspettano i genitori che mandano i loro figli in una scuola cattolica. Il punto non è però quello che può decidere o meno una scuola privata, ma che il pubblico non può finanziare una scuola che discrimina e va contro la Costituzione". Parole non molto diverse da quelle che aveva pronunciato l'assessore provinciale alle pari opportunità, Sara Ferrari. "Se il mancato rinnovo, come sostenuto dall'insegnate - aveva detto - fosse basato su un orientamento che attiene a una sfera 'personalissimà la cosa sarebbe grave. Nessuna scuola, anche se paritaria, in quanto integrata a pieno titolo nel sistema formativo provinciale e che offre un servizio pubblico, può selezionare i docenti per le proprie scelte di vita quando questi esprimano professionalità e correttezza nell'esercizio delle proprie funzioni". 

 

- "Non esiste alcun tipo di licenziamento perchè c'è stato un contratto che è scaduto e non è stato rinnovato. La vicenda trentina è stata soltanto montata ad arte". Lo afferma il senatore della Lega Nord Sergio Divina rivolgendosi al ministro dell'Istruzione Stefania Giannini. "Se al posto di quella insegnante ci fosse stata una madre, a quella signora sarebbe stato detto che il contratto è scaduto; e nessuno sarebbe intervenuto. C'è la sensazione che si stia instaurando una discriminazione al contrario", aggiunge. 

 

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