Sarà una corsa a tre per la poltrona del Pd

Salvo sorprese dell'ultima ora saranno in tre a contendersi la guida del Partito democratico del Trentino nelle primarie del prossimo 16 marzo. Il primo a depositare la candidatura è stato ieri Vanni Scalfi, coordinatore del Pd di Trento, che si presenta nel ruolo di outsider. Oggi scenderanno ufficialmente in campo la renziana di ferro Elisa Filippi e Giulia Robol, assessore comunale a Rovereto

di Giuseppe Fin

scalfi«È arrivato il momento che il Pd del Trentino diventi finalmente un'esperienza collettiva e un luogo dove si gioca di squadra mettendo da parte le correnti». Vanni Scalfi ha presentato per primo la propria candidatura ufficiale alla segreteria provinciale del partito. Nel pomeriggio di ieri ha deposito la mozione «Andiamo oltre», un titolo che racchiude in sole due parole il futuro per il Pd che ha in mente. Tra i punti principali l'idea di un partito pronto a diventare una casa sempre più grande e il riconoscimento di «cittadinanza politica» alle valli.
«C'è una finta contrapposizione tra città e periferia. È evidente - ha affermato Scalfi - che immaginare questa contrapposizione significa avere uno sguardo miope dietro il quale si nasconde o l'incapacità di guardare lontano o la convenienza di guardare solo ai propri interessi». Dal 17 marzo il Pd deve lasciare alle spalle le tante difficoltà incontrate in questi anni senza però dimenticarle. Per Scalfi «la necessità di fare un salto netto nella storia del Pd è chiara. Serve andare oltre al correntismo e alle tante semplificazioni. Il Pd del Trentino - ha spiegato - deve essere un partito di governo capace di fare proposte e di guardare alle future responsabilità tra le quali quella di dare un'impronta compiutamente europea al terzo Statuto d'autonomia recuperando e rafforzando in modo esplicito l'ente Regione».
Occorre andare oltre all'immagine giudicata da Vanni Scalfi «troppo semplificativa» di «partito degli amministratori». E non è mancato anche un riferimento ai rapporti con il partito nazionale. «Sono convinto - ha spiegato Scalfi - che occorra aprire un confronto con il nazionale nella direzione di una federazione. Questo significa non creare una Svp in salsa trentina con Upt e Patt, ma riconoscere cittadinanza politica alle valli e magari, in futuro, trovare qualche forma di federazione con chi sta più a nord di noi. Il Pd deve diventare una casa più grande ed è per questo che propongo un doppio tesseramento per chi percorre una strada vicina alla nostra».
Chiara l'idea di divisione dei ruoli tra quelli di partito e quelli da amministratori. «Se diventerò segretario - spiega - non mi candiderò alle prossime elezioni comunali e politiche». Ultima riflessione, Scalfi, l'ha riservata alla scelta del sindaco Andreatta di appoggiare Elisa Filippi. «Non mi ha stupito - ha affermato - perché già sapevo che una persona come me, che non vuole essere un puntellature, non è un segretario ideale per tutti. Per chi vuole un vero cambiamento ci sono io, per chi vuole percorrere la solita strada ha solo l'imbarazzo della scelta». Nel caso di elezione, la prima decisione che Scalfi ha dichiarato adottorà sarà «la nascita di una segreteria politica formata da 3 donne e 3 uomini».

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