Il personaggio mocheno, per «Milordo» 4.776 voti

Il soprannome, «Milordo», lo deve al bisnonno Pietro. Commerciante ambulante, ebbe da Maria Teresa d'Austria la licenza per vendere anche in Austria e in Ungheria. Tornò a casa soltanto quando riuscì a ragranellare le prime mille lire, evento unico per la valle dei Mocheni. E da «quello delle mille lire», in breve diventò «Milordo». Domenica ha ricevuto 4.776 ed è entrato in Consiglio. E ieri sera ha festeggiato con la consuenta straripante genuinità Gli abbracci con Baratter

di Guido Pasqualini

Il soprannome, «Milordo», lo deve al bisnonno Pietro. Commerciante ambulante, ebbe da Maria Teresa d'Austria la licenza per vendere anche in Austria e in Ungheria. Tornò a casa soltanto quando riuscì a ragranellare le prime mille lire, evento unico per la valle dei Mocheni. E da «quello delle mille lire», in breve diventò «Milordo».
Quasi cinque migliaia sono le preferenze raccolte ieri da Diego Moltrer. Che potesse andar bene, lo si era capito già domenica sera, quando sono stati resi noti i dati dell'affluenza. A Fierozzo, paese di cui era stato sindaco prima suo padre, per 27 anni, e poi lui per 15, si era registrato il dato migliore: 81,91%. E lì, nel suo paese, Diego Moltrer ha beccato 225 preferenze su 308 voti espressi. «Hanno visto il mio operato sul territorio. Noi dobbiamo stare vicino alle persone che devono essere sempre ascoltate e, se possibile, aiutate. I problemi nascono dalla base e noi dobbiamo stare con la base».
Alla fine le preferenze sono state 4.776. «Sono tutti voti miei», ribadisce continuamente con orgoglio nella sede del partito, tra pacche sulle spalle, coretti da stadio in suo onore e telefonate a nastro. In realtà, chi conosce i segreti meccanismi della raccolta di consensi, racconta che Moltrer ha creato cordate con i candidati del Patt in ogni angolo del Trentino. «Ha corso con tutti», spiegano. Eppure «Milordo», che per tradizione sa far di conto, di preferenze se ne aspettava addirittura di più: «In Bassa Valsugana mi mancano 300 preferenze, c'è chi ha lavorato in tandem pedalando soltanto per sé», sbotta. Forse gli ha giovato la presa di posizione sull' Adige  contro i finanziamenti destinati alla solidarietà internazionale. Lui glissa ma conferma che «sì, quei meccanismi vanno rivisti».
Ma ora è il momento di festeggiare e di pensare al prossimo futuro.
Un posto in giunta? «Spetta al presidente Rossi decidere. Io, comunque, sono disponibile».
Abolire le Comunità di Valle? «Sono stato presidente del Comprensorio Alta Valsugana nel 2009 e nel 2010 e da lì in poi sono stato assessore della Comunità di Valle. Così come sono, non funzionano. Abolirle no, ma serve di certo una riforma seria che attribuisca loro maggiori competenze per farle diventare davvero un ente intermedio rispetto ai Comuni. L'unico ad attribuirle davvero è stato Ugo Rossi».  
La priorità? «Dare un'occupazione alle persone disoccupate. In Comunità di Valle quest'anno abbiamo assunto 64 persone, impiegate nei settori del sociale e del verde, con appalti alle cooperative. Credo che in Trentino nessun'altra azienda abbia fatto altrettanto. Sono stufo di veder le persone venir a piangere e ad umiliarsi davanti a un assessore».  
I Comuni in Trentino sono troppi? «In Trentino la malattia del campanile c'è sempre stata. L'Unione volontaria dei Comuni andrebbe incentivata. In val dei Mocheni, per dire, ci sono tre Comuni per mille abitanti».

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