Dirigenti provinciali, gli stipendi Dai 3.200 netti al mese in su

Responsabilità certo. Lavoro stressante pure. Ma anche una bella gratificazione quando arriva il 27 di ogni mese e il conto in banca schizza verso l'alto. E poi, a differenza dei manager del settore privato, che possono essere tranquillamente giubilati nel caso di risultati fallimentari e bassa produttività, i dirigenti della pubblica amministrazione la loro qualifica (con annesso trattamento economico) non la perdono mai

di Daniele Battistel

pat provinciaTRENTO - Responsabilità certo. Lavoro stressante pure. Ma anche una bella gratificazione quando arriva il 27 di ogni mese e il conto in banca schizza verso l'alto. E poi, a differenza dei manager del settore privato, che possono essere tranquillamente giubilati nel caso di risultati fallimentari e bassa produttività, i dirigenti della pubblica amministrazione la loro qualifica (con annesso trattamento economico) non la perdono mai. Al limite, se proprio sono responsabili di disastri clamorosi (o se non sono più funzionali ai politici), vengono «parcheggiati» in posti di secondo piano, ma nessuno può toccare la loro busta paga.


Che, nel caso dei 102 «capi» della Provincia parte da un minimo di 3.200 euro netti al mese e può salire fino agli oltre 8 mila del dirigente generale del Dipartimento Industria, Paolo Spagni. Il quale, dopo aver maturato ancora nel 2011 40 anni di servizio (il massimo per le pensioni Inpdap), era stato mantenuto in servizio dalla giunta Dellai fino a fine legislatura.


Per Spagni, oltre agli 81.876 euro lordi di «trattamento fondamentale» ci sono 72 mila euro di retribuzione di posizione, 11 mila di «premio di produzione» e altri 31.658 che finiscono sotto la dizione di «voci accessorie». Dopo aver battuto il record di longevità in Provincia rischiava di essere il primo dirigente a superare il muro dei 200 mila euro di reddito l'anno. Si è fermato poco sotto, a 196.699.


In termini generali, dopo Spagni, altri due dirigenti viaggiano oltre i 7 mila euro, come rivelato ieri dall' Adige che in anteprima ha pubblicato i redditi relativi al 2012. Sono Paolo Nicoletti (Dipartimento agricoltura, commercio e turismo) e il segretario Ivano Dalmonego, anche lui già pronto per la pensione, ma tenuto in servizio da Dellai fino a fine legislatura. In otto viaggiano invece tra i 6 e i 7 mila euro e via via gli altri, fino ai 29 (tendenzialmente dirigenti di servizio di nomina più recente) che restano sotto i 4 mila euro netti al mese.


Scorrendo la tabella si scopre che la busta paga dei dirigenti è fatta di voci diverse. Per esempio si scopre che il capo dell'ufficio stampa, Gianpaolo Pedrotti, non ha premio di produzione, ma un «trattamento fondamentale» di ben 146 mila euro. Niente premio nemmeno per Paola Pompermaier, che però, essendo la responsabile per i rapporti con l'Unione europea e lavorando a Bruxelles, riceve un'integrazione al reddito (la vita nella capitale belga è decisamente cara!!) di ben 78.476 euro. A Lorenzo Bertoli, invece, viene elargita una retribuzione di posizione di 72.764 euro lordi (la più alta in assoluto) per la guida di Cassa del Trentino.


Tra le donne, dopo Pompermaier la più pagata è Livia Ferrario, dirigente del Dipartimento Lavoro, con 6.139 euro netti al mese, seguita da Fulvia Deanesi, Dipartimento Affari finanziari, con 5.851 euro.

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