Pacher: deluso dal Pd  Torno a fare lo psicologo

«Renzi è il domani del Pd». Parola di Alberto Pacher. Che ieri, in un'insolita (almeno per un politico trentino) intervista rilasciata a Klaus Davi (guarda il video) lo indica come l'unica speranza per il partito democratico. Nell'audio-intervista il presidente della Provincia uscente spiega perché ha lasciato la politica I tuoi commenti

TRENTO - «Renzi è il domani del Pd». Parola di Alberto Pacher. Che ieri, in un'insolita (almeno per un politico trentino) intervista rilasciata a Klaus Davi (guarda il video) lo indica come l'unica speranza per il partito democratico. «E chi dentro il partito fa resistenze su di lui conduce una battaglia senza esito e di conservazione».
Nell'audio-intervista il presidente della Provincia uscente spiega che per lui «sta finendo una vicenda politica che dura da 20», da quando, nella primavera del 1993 fu convinto da Rino Sbop a candidarsi in Consiglio comunale come indipendente nella lista del Pds. «Si tratta di una decisione inderogabile», presa - come per altro aveva spiegato nella sua lettera d'addio dell'autunno scorso - dopo aver compreso «che non c'è più il contesto politico in cui mi riconoscevo». «Faccio fatica a restare in politica. Se essa non riprende un minimo di funzione pedagogica il Paese non ne esce».
E sul Pd il suo giudizio è tranchant . «È uno dei motivi per cui ho deciso di smettere con la politica. Non è più il Pd per il quale mi ero molto impegnato, quello della vocazione maggioritaria. In questo momento è solo una filiera di supporto dietro singoli personaggi». Un partito - aggiunge Pacher - che ha vissuto «uno dei momenti più imbarazzanti» quando ha stoppato la candidatura di Romano Prodi alla presidenza della Repubblica.
Ora l'unica speranza è Renzi. Pacher scende qui.
«Torno alla mia professione di psicologo psicoterapeuta. È una fortuna avere un lavoro che piace, e poi ho già sottratto tempo alla famiglia, agli affetti e alle passioni».

 

 

 

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