Nuovo Trentino-Nuovo Tirolo, in campo un altro partito

Il movimento fin dal simbolo (colori giallo e blu e carattere simile) appare vicino ai Freiheitlichen, con le parole, in italiano, libertà e identità: «Siamo stati colonizzati, perché siamo un territorio strategico», dice. Poi, mette in guardia: «Ci hanno associati a movimenti neonazisti o neofascisti, ovviamente sono solo fandonie». Presa di distanze anche da «quei partiti autonomisti locali che non hanno mai affrontare il problema direttamente: si è parlato di Euregio ed oggi di Gect, ma un nome per questi territori c'è da centinaia di anni ed è Tirolo»

di Michele Viganò

TRENTO - Si è presentato sabato scorso con un convegno costitutivo il movimento Nuovo Trentino - Nuovo Tirolo i cui promotori intendono, se ci sarà un'adesione sufficiente, presentarsi come soggetto politico alle elezioni provinciali. Davanti a una sessantina di partecipanti, all'aeroporto Caproni di Mattarello, Marco Grossmann ha presentato gli obiettivi, affiancato dal capogruppo dei Freiheitlichen al consiglio provinciale dell'Alto Adige Pius Leitner e dal parlamentare austriaco Werner Neubauer, del partito di destra Fpö. 

 

Il movimento fin dal simbolo (colori giallo e blu e carattere simile) appare vicino ai Freiheitlichen, con le parole, in italiano, libertà e identità: «Siamo stati colonizzati, perché siamo un territorio strategico», dice. Poi, mette in guardia: «Ci hanno associati a movimenti neonazisti o neofascisti, ovviamente sono solo fandonie». Presa di distanze anche da «quei partiti autonomisti locali che non hanno mai affrontare il problema direttamente: si è parlato di Euregio ed oggi di Gect, ma un nome per questi territori c'è da centinaia di anni ed è Tirolo».

 

Presente anche l'ex presidente della Provincia, Carlo Andreotti, che ha detto: «L'Euregio è rimasta sulla carta: questo nuovo movimento a differenza di altri ha una solida base di serietà e sobrietà per tornare a parlare al nostro territorio». Le proposte, visibili sulla pagina Facebook di Nt, vanno dall'indipendenza alla unione con il Tirolo, fino a posizioni più caute, come spiega il portavoce Giorgio Conti: «Si raccolgano qui le tasse e poi venga dato a Roma ciò che spetta, non viceversa: sono sicuro che le persone sarebbero anche più felici di pagarle». Sul finale le note del Landeshymne di Julius Mosen del 1831. 

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