Rovereto

“Aggredita senza ragione da una donna”: la denuncia di una 30enne

A parlare è una donna che preferisce rimanere anonima ma che al tempo stesso vuole denunciare pubblicamente quello che ha vissuto venerdì 6 agosto in corso Rosmini: “Momenti brutti”

ROVERETO. A distanza di diverse ore è ancora scossa: quello che le è successo venerdì sera 6 giugno in corso Rosmini l'ha fatta star male. «Sono stata aggredita verbalmente e non ho capito neppure perché. Sono stati momenti molto brutti, nei quali mi sono sentita indifesa. L'unica nota positiva è stato il sostegno che ho ricevuto da un gruppo di ragazzine ma mi dispiace per loro perché alla fine sono state insultate pure loro». A parlare è una trentenne che preferisce rimanere anonima ma che al tempo stesso vuole denunciare pubblicamente quello che ha vissuto.

«Venerdì sera ero sul corso, mancavano pochi minuti alle 23 - racconta - quando incrocio una coppia con un passeggino. La donna si è rivolta a me con un commento poco gradevole e decisamente fuori luogo sul mio aspetto fisico. Io le ho chiesto il perché di quelle parole, visto che neppure la conosco, e lei ha iniziato a inveire contro di me. Non riuscivo a capire il senso delle sue parole perché era straniera, ma il suo atteggiamento era chiaramente offensivo. E il marito cercava di calmarla trattandola con un braccio. Io mi sono trovata così, all'improvviso, aggredita verbalmente da questa sconosciuta che, in italiano, mi ha anche "invitato" ad andarmene perché si stava scaldando. Stesso invito che ho ricevuto anche da suo marito».

La ragazza ripercorrendo quei momenti ha la voce rotta: riviverli non è facile. «Non sapevo cosa fare, ho mi sono spostata di qualche metro piangendo». Le sue lacrime hanno attirato l'attenzione di un gruppo di adolescenti.

«Erano soprattutto ragazze, molto giovani - racconta ancora la trentenne - e si sono avvicinate a me cercando di capire perché stessi piangendo, perché stavo male. A loro ho spiegato quello che era successo a poca distanza e, stupite dalle mie parole, sono volute andare dalla donna per cercare di chiarire quale fosse la causa di quella reazione così spropositata. Volevano capire, fare da intermediari per cercare di riportare il sereno in tutti. E invece sono state prese anche loro a male parole dalla donna. Che aveva un passeggino, non so se all'interno ci fosse un meno un bambino, non sono riuscita a vederlo e in quei momenti ero veramente molto scossa, e che l'ha usato per spingerlo contro di noi come se volesse allontanarci o volesse farci del male. Alla fine ce ne siamo andati e uno del gruppo di adolescenti mi ha accompagnato a casa perché era veramente scossa».

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