Salute / I numeri

Demenze, in Trentino 10mila casi nel 2024: fra i malati anche i giovani

L’esperta: “Esite purtroppo un luogo comune per il quale si pensa che la demenza sia sempre e solo senile, ma i dati ci dicono che non è così”

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di Laura Modena

ROVERETO. «Giocheremo a ricordare quanti figli hai, che sei nata il 20 marzo del '46, se ti chiederai il perché di quell'anello al dito, ti dirò di mio padre ovvero tuo marito». Queste sono alcune frasi della canzone ("Quando sarai piccola") che Simone Cristicchi ha portato al festival di Sanremo toccando il delicato tema dell'Alzheimer.

Tema che tocca circa 6mila malati e le loro famiglie in Trentino e che è di stretta attualità come dimostra il fatto che negli scorsi giorni a Palazzo Alberti in corso Bettini, è stato presentato "L'Alzheimer in casa. Soluzioni per migliorare la vita in casa", ultimo libro di Paola Maria Taufer, psicologa e psicoterapeuta specializzata in psicologia dell'invecchiamento.

L'incontro chiude il secondo anno del progetto triennale "Comunità amiche della persone con demenza", iniziativa promossa dalla Comunità di valle nei Comuni di Rovereto e di Ala e finanziata dalla Provincia di Trento. Supportata dalla cooperativa sociale Villa Maria, l'attività si è svolta con l'obiettivo di sensibilizzare e informare la cittadinanza su quello che sembra essere un problema sanitario sempre più diffuso.

«Parliamo di demenze - spiega Elena Facchini, coordinatrice del progetto per Villa Maria - cioè di tutte quelle patologie che compromettono progressivamente le capacità cognitive. Nella nostra Provincia nel 2024 abbiamo riscontrato 10mila casi di persone affette da demenza, delle quali circa 6mila affette da Alzheimer».

E, sempre stando ai dati raccolti nel corso dei primi due anni di progetto, non esisterebbe una specifica età di riferimento per l'insorgere della malattia. «I primi sintomi, peraltro non sempre facilmente riconoscibili, possono manifestarsi intorno ai 30 o 40 anni, in casi eccezionali anche a 20 anni - continua Facchini – . Esite purtroppo un luogo comune per il quale si pensa che la demenza sia sempre e solo senile, ma i dati ci dicono che non è così. Certamente con l'avanzare dell'età è naturale e fisiologico che si verifichi un decadimento delle facoltà cognitive, ma questo non è da confondere con le demenze che sono invece vere e proprie malattie». Per le quali, ad oggi, non esistono cure né terapie possibili.

«Il processo è irreversibile, ma può essere rallentato ed è assolutamente possibile migliorare la qualità della vita delle persone malate, dei caregiver come i familiari o le badanti che se ne prendono cura. Per questo è importante essere informati su cosa sono le demenze, ed è fondamentale saperne riconoscere il più precocemente possibile i sintomi. In questo modo possiamo accompagnare la persona malata nella sua quotidianità, che può tornare a essere serena se tutta la comunità è resa partecipe». La sensibilizzazione e il coinvolgimento dell'intera comunità sembrano dunque essere le vie da percorrere per il trattamento di patologie progressive e non curabili.

«Informare è fondamentale e ben vengano artisti come Simone Cristicchi che al festival di Sanremo ha portato un brano che parla di una madre affetta da Alzheimer e di come il figlio se ne prende cura. Anche le canzoni possono aiutare a portare l'attenzione di tutti su una patologia difficile da riconoscere, e ancor più difficile da trattare adeguatamente. A questo proposito il libro della dottoressa Taufer contiene indicazioni concrete e suggerimenti pratici, per esempio per comunicare al meglio con la persona malata e per organizzare l'ambiente domestico in modo da garantire comfort e massima sicurezza, facilitando così anche la vita del caregiver."

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