Lutto / Persone

E' morto Giorgio Boninsegna, il libraio burbero e gentile di Rovereto, un protagonista della cultura cittadina

Nel 2002 aveva dovuto chiudere il suo spazio di via Rialto, dove l’insegna era un foglio A4 scritto da lui: «I libri ed io siamo qui»

ROVERETO. E’ morto Giorgio Boninsegna, il «Libraio» con la L maiuscola, che per anni – e in sedi diverse – ha tenuto aperto a Rovereto il suo spazio di resistenza culturale con quel suo modo burbero ma affettuoso. Nel 2022  il suo luogo di incontri e scambi di idee in via Rialto  chiuse per sempre. Oggi la cultura roveretana è in lutto.

Ricorderemo tutti per sempre – come scrisse tre anni fa Patrizia Belli – «la sua libreria, aperta anche di domenica, la seggiolina posta fuori dalla porta, lui seduto che legge il giornale circondato dalle cariatidi di Depero, è un quadro che la città perde di sé. Per anni passando abbiamo letto e adottato come un mantra il nome scelto da Giorgio: “I libri ed io siamo qui”, un foglio A4 scritto a mano, che raccontava molto del sentimento di questo inusuale libraio per i suoi libri. Giorgio non ha mai abbandonato quella scritta, l’ha invece coltivata con cura, ne ha fatto anche una maglietta. Sembra poca cosa, ma non è, quella scritta raccontava una storia di affetto e una voglia di rifiutare la formalità e essere piuttosto un amico con cui dialogare di libri, di belle parole scritte e di autori e poi rimandava anche a un cammino di resistenza perché la vita dei librai indipendenti non è per nulla facile, perfetta però per Giorgio che si è sempre trovato a combattere contro i mulini a vento e essere 10 anni avanti a tutti».

Il bel ritratto di Cavagna per il libraio e la sua insegna

La città lo aveva conosciuto come esperto di moda (aveva studiato alla scuola milanese per scenografi e costumisti e aperto un negozio in via Mercerie), quando venendo da Milano con una tappa veronese portò la moda flower power, i primi jeans, i colori della moda beat che fecero impazzire la giovani roveretane. Poi si era dedicato al suo vero amore: i libri.

«Una passione innata e pure compresa dai suoi genitori. Giorgio – scriveva Belli – raccontava che quando era bambino (abitava a Marco) e chiedeva di poter acquistare un libro non riceveva mai un rifiuto. Nel 2002 inaugurava la sua prima libreria a palazzo Cosmi in via Rialto e dopo un breve trasferimento al numero 47 di via Rialto per anni lo abbiamo trovato in piazza San Marco e poi nel bel negozio con le cariatide di Depero. Da lui tanta saggistica, pochi best seller, molti innamoramenti di autori sudamericani e della Mitteleuropa, tanti italiani, pochi francesi. Giorgio ha sempre scelto i libri uno per uno, seguendo lo stimolo di una curiosità o ritrovando un ricordo, o ancora leggendo parole che toccano le corde delle emozioni. Sì, la sua si potrebbe definire una libreria di nicchia, ma anche luogo di socialità. Come non ricordare l’imponente coda di persone lungo tutta via Rialto quando invitò Giorgio Faletti. E poi Paolo Nori, oppure la famosa prima viola della Scala di Milano... l’elenco è davvero lungo. E i concerti, le piccole mostre ma soprattutto il rapporto esclusivo con il cliente. Mai però “cliente” in senso commerciale ma persona con cui dialogare, scambiarsi pareri, parlare di letteratura, consigliare nuovi autori. Il senso vero di un incontro».

Foto di copertina di Matteo FESTI

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