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Sorpresa a Rovereto: la crisi non passa, ma ci sono sempre più locali

Numeri alla mano, gli esercizi commerciali di Rovereto sono, in termini assoluti, in aumento. Erano 699 nel 2006, e a fine del 2022 (ultimo dato elaborato dagli uffici di Palazzo Pretorio) erano 761; 62 in più. Una dinamica ancora più accentuata se si prendono in esame i soli locali pubblici. Bar, ristoranti eccetera: erano 164 nel 2006, sono balzati a 233 nel 2022
 

ROVERETO. "Il commercio di Rovereto è in crisi". Lo si dice da anni. Forse decenni. Tanto di vero c'è di sicuro. Basta fare un giro in centro, guardare le tante vetrine spente. Però, guardando i freddi numeri, diventa un po' più difficile sostenerlo. Perché, numeri alla mano, gli esercizi commerciali di Rovereto sono, in termini assoluti, sempre di più. Erano 699 nel 2006, e a fine del 2022 (ultimo dato elaborato dagli uffici di Palazzo Pretorio) erano 761; 62 in più.

Una dinamica ancora più accentuata se si prendono in esame i soli locali pubblici. Bar, ristoranti eccetera: erano 164 nel 2006, sono balzati a 233 nel 2022. I dati sono riportati nel "Documento unico di programmazione (Dup) 2024-26".

Dunque, lo scenario commerciale e dei locali pubblici di Rovereto, al di là degli strali dei rappresentanti di categoria e della parte politica che di volta in volta se ne fa portavoce, si è in realtà ingrandito nel corso degli ultimi venti anni. Cambiando però anche pelle. Seguendo il cambiamento dei costumi e delle abitudini di spesa, anche l'offerta commerciale allargata si è modificata. Secondo tanti osservatori, in peggio. Perdendo di qualità.

Certo è che molte rendite di posizione di "vecchi" commercianti ed esercenti sono state intaccate, facendo urlare alla crisi generale del settore. Ma a fianco di insegne storiche che chiudevano e ristoratori - anche tra i più famosi - costretti ad affrontare i conti che non tornano, una lunga serie di imprenditori - spesso non italiani - ha scelto negli ultimi venti anni la città della Quercia per aprire un locale.Certo, la Rovereto di oggi non è la Rovereto degli anni 80 e delle "vasche" sul Corso Rosmini, tante volte evocata come perduta "età dell'oro". Ma non è neanche come la Rovereto di venti anni fa. Nel 2006 i ristoranti e le pizzerie erano 46, e rappresentavano il 28% del totale.

I bar con "pasti veloci" erano 46 (il 28% del totale) e i bar classici (quelli da caffé, aperitivo e cocktail), ben 72 (il 44% del totale). Ma il vecchio bar negli ultimi anni è andato via via diminuendo. Nel 2022 è ridotto al 23% del totale degli esercizi pubblici, mentre i "bar con pasti veloci" sono saliti a 122 esercizi, il 52% del totale. Sostanzialmente uguale l'incidenza di pizzerie e ristoranti "classici", saliti nel 2022 a 57, il 25% del totale degli esercizi.

«La crisi attuale, dovuta anche alla pandemia - si legge nel Dup -, sembra avere consolidato, se non rafforzato, il trend di mutazione dei pubblici esercizi verso la tipologia "bar con pasti veloci" a discapito della categoria "bar alcoolici e analcolici". Lo stock totale di pubblici esercizi non sembra risentire della crisi ma si nota come ci sia un discreto travaso fra le due tipologie in esame».

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