Rovereto / Il caso

Il crollo nella palazzina a Sacco: tutta l'area sotto sequestro, aperta un’inchiesta

La procura della Repubblica al lavoro per accertare eventuali responsabilità, il cedimento è avvenuto in un edificio oggetto di lavori di ristrutturazione. Fortunatamente in quel momento non erano presenti operai. La sindaca Robol: entro sette giorni l’edificio deve essere messo in totale sicurezza. I residenti nell'immobile prospiciente per il momento sono ospitati altrove

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TRENTO. Da una parte l'inchiesta aperta dal procuratore capo della Repubblica Orietta Canova, dall'altra l'ordinanza "contingibile ed urgente" con la quale la sindaca Giulia Robol detta i tempi per la messa in sicurezza dell'edificio di via Baroni a Borgo Sacco interessato da un crollo, dalle dimensioni importanti, alle prime luci di martedì.

Un lavoro di coordinamento, sul fronte giudiziario e amministrativo, non solo per far luce sulle responsabilità di un evento che avrebbe potuto avere conseguenze pesantissime se il crollo fosse avvenuto mentre gli operai erano al lavoro, ma anche per consentire il ripristino delle condizioni di sicurezza per far rientrare in casa le cinque famiglie sfollate e quindi la riapertura di vicolo Baroni.

Tutta l'area è stata sottoposta a sequestro perché non è assolutamente scongiurato il pericolo di un crollo della facciata dell'immobile gravemente lesionata visto che una porzione di muratura esterna ha subito un cedimento con fuoriuscita di sassi e calcinacci sulla strada.

Non c'è da stare assolutamente tranquilli: lo hanno detto subito i tecnici e i funzionari comunali intervenuti immediatamente, lo hanno messo nero su bianco nel loro verbale i vigili del fuoco del Corpo permanente di Trento. «Una situazione di alta vulnerabilà della struttura muraria» scrivono, come riporta l'ordinanza sindacale, gli ingegneri nella loro relazione tecnica.

In un quadro così preoccupante Giulia Robol, proprio «per arginare un potenziale quanto imminente pericolo», detta i tempi alla società immobiliare e impresa edile proprietaria dell'edificio: entro 48 ore dall'ordinanza dovrà essere presentata una relazione sulla staticità dell'immobile ed entro un massimo di 7 giorni dovranno essere realizzati tutti quegli interventi necessari (come tiranti in acciaio piuttosto che travi in legno) per la messa in sicurezza degli elementi pericolosi.

Relazioni e interventi che dovranno passare al vaglio sia degli uffici tecnici comunali che della procura della Repubblica.

Tempi stretti e interventi massicci perché, lo aveva detto il procuratore capo Canova nel vertice di coordinamento delle indagini con i tecnici comunali, gli ispettori dell'Uopsal e le forze dell'ordine, sulla sicurezza non si transige.

A maggior ragione considerata la precaria stabilità dell'edificio in vicolo Baroni con i rischi corsi dai residenti dell'immobile prospiciente ora ospitati in alberghi e b&b.

Secondo i primi accertamenti il cedimento strutturale sarebbe riconducibile ad un crollo interno di un muro di spina portante. Un crollo che ha interessato tutta l'altezza dell'edificio e che ha coinvolto anche i solai in legno, gli avvolti e una parte del muro portante. Quello che è finito in strada è soltanto una minima parte del materiale collassato.

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