La storica Coltelleria Vecli chiude: «Entro luglio tutto giù»
Cristiano Vecli è stato, per 32 anni, non solo un commerciante scrupoloso. È stato anche, dal suo osservatorio privilegiato in centro storico, un attento osservatore e caustico critico del cuore di Rovereto. Una città che è cambiata sotto i suoi occhi nell'arco di tre decadi, spesso non in meglio
ROVERETO. Vecli chiude. Ultimi giorni di lavoro per uno dei negozi più conosciuti di Rovereto. Una vetrina su via Mazzini talmente nota da essere da sempre riferimento geografico cittadino. «Ci vediamo davanti al Vecli» è una frase che ogni roveretano ha detto - o si è sentito dire - almeno una volta nella vita. «Lascio - conferma Cristiano Vecli, ultima generazione di una dinastia di arrotini e commercianti -. Chiudo il negozio per motivi personali. Entro luglio giù le saracinesche».
Cristiano Vecli è l'ultimo titolare del negozio. Prima di lui il papà Costantino, e prima ancora il nonno Marcello. Da 97 anni i Vecli affilano lame e vendono casalinghi in centro a Rovereto. Sempre in via Mazzini. Prima al civico 83, fino al 1977, poi al 32, dove si trova ancora oggi. Ma per pochi giorni ancora. Con la chiusura della coltelleria Vecli Rovereto perde un negozio "vero", una di quelle botteghe in grado da sole di creare passaggio - e passeggio - in città, e portata avanti negli anni con una professionalità ed attenzione al cliente che dovrebbero essere insegnati nelle scuole di settore. Uno degli argini che ancora tenevano botta contro l'avanzata dei centri commerciali, delle catene internazionali, del commercio online.
«Potrei anche continuare - considera Vecli - , ma sento di aver bisogno di staccare per seguire altre dinamiche personali importanti. Mi mancheranno i rapporti amicali con tanti clienti. La soddisfazione del servire bene i clienti è quello che mi ha tenuto su negli ultimi anni, ma ora è finita».
Cristiano Vecli è stato, per 32 anni, non solo un commerciante scrupoloso. È stato anche, dal suo osservatorio privilegiato in centro storico, un attento osservatore e caustico critico del cuore della città. Una città che è cambiata sotto i suoi occhi nell'arco di tre decadi, spesso non in meglio.
«Non voglio chiudere il negozio parlando male della politica roveretana, o dei club di potere che da sempre governano questa città. Come la penso l'ho detto decine di volte, spesso proprio sull'Adige. Dalla ztl che non funziona perché non controllata, al decoro e rispetto della gente... In questi anni Rovereto si è sfilacciata, non c'è più comunità. E si è visto nelle ultime elezioni. C'è una metà di Rovereto, composta per lo più di anziani, che ancora va a votare. Un'altra metà che non partecipa alla vita sociale perché non si sente coinvolta, che "il Vecli" non sa neanche cosa è, che in centro non viene perché vive nei quartieri e la spesa magari la fa ad Affi...».
«Auguro il meglio a questa nuova amministrazione, vedo con grande simpatia, e li ho anche votati, i ragazzi di Officina Comune. E se qualcuno volesse un consiglio, io sono sempre disponibile. Anche se, come detto, come la penso è noto...».