Degrado / I costi

Le pensiline di Rovereto sono ancora nel mirino dei vandali. Il Comune intanto continua a pagare

Palazzo Pretorio è costretto di volta in volta a staccare assegni da 5mila e 6mila euro per pulire le fermate degli autobus. La mancanza di decoro fa arrabbiare i consiglieri comunali. Bocciata la proposta di Fratelli d’Italia di utilizzare delle bacheche per volantini e manifesti

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di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Le cifre, di volta in volta, non sono certo elevate, ma messe tutte insieme sono comunque un costo a carico della collettività. E tutto per pulire spesso e volentieri le pensiline alle fermate degli autobus, oggetto del desiderio degli imbrattatori seriali.

Da anni, infatti, Rovereto è costretta a fare i conti con chi scambia questi spazi pubblici (compresi muri e monumenti) per tele, non certo per artisti, ma per ignoti che si dilettano a scrivere messaggi delegando i manufatti a sostituire i cellulari. Tra i writers, ovviamente, il posto d'onore sul podio spetta agli anarchici che da sempre affidano i propri sfoghi alle pareti della città. Ottenendo, però, il risultato opposto rispetto a quello sperato: far arrabbiare i cittadini.

Perché il decoro urbano è una delle piaghe di cui si discute nei bar e il Comune, che ha sempre il dito puntato contro, ogni anno deve staccare più assegni per ripulire quelli che tecnicamente si chiamano vandalismi per tacitare la vox populi. Ma quanto costa restituire il lindore alla città? I prezzi medi per rimuovere i graffiti e le scritte variano ovviamente a seconda del tipo e della dimensione della superficie da trattare. E gli esperti del settore quantificano orientativamente in circa 60 euro al metro quadrato l'intervento di pulizia.

Indicativamente, ogni dodici mesi palazzo Pretorio deve mettere sul piatto 20mila euro per restituire un'immagine turistica all'urbe. Ad ogni nuovo passaggio, tra l'altro, la questione approda in Consiglio comunale con interrogazioni e proteste a cui l'amministrazione puntualmente risponde affidando un nuovo incarico di pulizia. Pagando, ovviamente. Tant'è che dopo aver versato quasi 5mila euro alla ditta Chizzola di Mori per lavare le fermate in via Dante, piazzale Orsi, via Calcinari, via Cesari, corso Rosmini e via Paoli, adesso ne ha girati altri 6mila all'impresa «Miorelli service» per rendere linde 23 pensiline in viale Trento, via Pasqui, via Manzoni, via Savioli e via Benacense.

«Peccato che il lavoro di pulizia perfettamente eseguito - allarga le braccia l'assessore Andrea Miniucchi rispondendo ad un'interrogazione di Fratelli d'Italia - è durato poco in quanto i manifesti e i volantini abusivi sono stati riappiccicati con abbondanti prese di colla vanificando il lavoro e le risorse economiche impiegate». Per Miniucchi, tra l'altro, è impraticabile il suggerimento dei consiglieri di installare delle bacheche per i messaggi. E i motivi sono chiari: primo perché gli autori degli imbrattamenti, gli anarchici, se ne fregherebbero di eventuali siti ufficiali, e poi perché si dovrebbe pagare una tassa sulla pubblicità.

Tornando al plexiglas delle fermate dei tram - che ospitano di tutto: frasi, poster, volantini - riportarle allo stato originale costa, spese extra che, ahinoi, si devono mettere in conto. Perché, questa la convinzione, ogni elemento di arredo collocato in città deve essere tirato a lustro fino per dispensare quel senso di pulito e di benessere generale che tanto piace ai residenti ma soprattutto ai turisti. L'esternalizzazione della pulizia, tra l'altro, si è resa necessaria per la riduzione dell'organico della squadra operaia comunale.

Ma, nel prossimo futuro, queste mansioni estetiche passeranno alla società «in house» con affido diretto alla Smr. Oppure, come previsto dal codice dei beni comuni di prossima approvazione in consiglio comunale, ai semplici cittadini che, con lo strofinaccio in mano e il secchio d'acqua e detersivo, dovranno occuparsi del proprio quartiere.

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