Cultura / La crisi

Addio alla «Rosmini», da mezzo secolo la libreria di tutti i roveretani

Franco Molinari (80 anni) e la sua famiglia a malincuore hanno detto stop alla storica attività: «Purtroppo si legge sempre meno e la concorrenza online è agguerritissima. Una volta il libraio era l’intellettuale, oggi deve fare l’imprenditore. Anche Rovereto non è più la stessa: è spenta e stanca»

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di Giancarlo Rudari

ROVERETO. Ha sfogliato l'ultima pagina del romanzo della sua vita da libraio ed ha letto quella parolina che non avrebbe mai voluto scrivere: "fine". Finisce davvero l'avventura della storica libreria-cartoleria Rosmini, un simbolo della città, nella quale tutti, ma proprio tutti, i roveretani almeno una volta nella loro vita ci hanno messo piede alla ricerca di un thriller, di una storia romantica, dei libri di scuola o per gli incontri con gli autori. Questione di poco («non ho stabilito un termine, ma fino esaurimento scorte...») e l'avventura di Franco Molinari, 80 anni a giugno, in corso Rosmini finirà per sempre.

«Eh già, è arrivato anche questo momento. Uno non vorrebbe mai, ma bisogna fare i conti con la vita...» racconta mentre si accende una sigaretta. E osservando le volute di fumo ripercorre tutte le tappe di un percorso iniziato in città nel 1985 quando rilevò la libreria aperta da Maria Maly 52 anni fa: con lei è diventata la libreria Rosmini («non perché si vendevano libri del filosofo ma perché siamo ospitati nella sua casa natale») mentre prima ancora quei locali ospitavano le Arti Grafiche Manfrini con tipografia e vendita libri.

«I libri sono stati la mia vita perché ancora prima di arrivare a Rovereto (Molinari vive in collina a Trento ndr) di professione facevo il rappresentante editoriale di libri scolastici. Mi ricordo che era stato Pietro Monti a propormi di rilevare la libreria che ho gestito dapprima con mia moglie Marisa e quindi con la Silviana. Nel tempo siamo cresciuti, siamo arrivati anche fino ad otto dipendenti (ora scesi a tre: Silviana, Sara e Serena), abbiamo aperto nel 2004 anche la libreria Mondadori in piazza Rosmini».

«Poi, per i costi esorbitanti, siamo stati costretti a rinunciare a quegli spazi. Abbiamo comunque proseguito qui - racconta Molinari - in questa libreria che è rimasta, con quella specializzata in editoria per bambini di via Rialto, l'unica libreria indipendente in città». È arrivato il tempo dell'addio anche della Rosmini (dopo l'addio della libreria di Giorgio Boninsegna in via Rialto nei mesi scorsi) che ha indubbiamente segnato la storia della città.

«Sono contento di quello che ho fatto e penso che Rovereto abbia apprezzato il nostro lavoro in tutti questi lunghi anni cercando sempre di migliorare la qualità del servizio: penso, ad esempio, al nostro sito internet (il primo in città) per la vendita libri on line. agli incontri con gli autori, all'introduzione dell'informatica, ai servizi ai clienti con i consigli ai nostri lettori, alla fornitura di testi scolastici. Penso - dice con un sorriso - che tutti gli studenti di Rovereto e della Vallagarina dagli anni Ottanta ad ora siano passati proprio da noi».

Anni entusiasmanti, racconta Molinari, quando si lavorava bene, quando non c'era la concorrenza dell'e.commerce. «È da vecchi dire che erano altri tempi? Non lo so, ma lo erano davvero. Certo è cambiato il mondo e anche noi abbiamo dovuto adeguarci, ma fare il libraio era, come dire, una professione da intellettuale mentre adesso devi fare l'imprenditore e incassare se vuoi resistere sul mercato. La crisi c'è (in Italia ultimamente sono state chiuse 800 librerie) ed è a livello globale, (l'acquisto on line è in forte espansione con Amazon ed E-bay con potenzialità che noi non abbiamo) ma anche a livello locale.

Sarà una frase che si sente ripetere di frequente, ma Rovereto ha davvero perso lo smalto di un tempo, è una città che si è un po' spenta». E un'altra vetrina si spegne con l'addio della Rosmini… «Non so cosa succederà di questi spazi. So solo che avrò più tempo per leggere, per visitare posti che non ho mai visto, per... sì, magari anche scrivere la storia di un libraio, Vedremo» conclude Franco Molinari con un sorriso velato di amarezza che sa già di nostalgia.

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