Città / Il bilancio

L’analisi dei consiglieri di Fratelli d’Italia: «Rovereto è una città triste e involuta»

Durante la discussione sul bilancio i consiglieri Giuseppe di Spirito e Cristina Luzzi hanno riportato una fotografia del centro desolante: «Negli anni si è decisamente spenta»

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di Nicola Guarnieri

ROVERETO. «Rovereto è una città triste, in declino, che non sa più vivere e non è più attrattiva». É questa, in estrema sintesi, la fotografia che i consiglieri di Fratelli d'Italia Cristina Luzzi e Giuseppe Di Spirito (nella foto) hanno mostrato in aula Malfatti durante la discussione sul bilancio di previsione. Non è un attacco frontale all'amministrazione, ovviamente, ma una laconica spiegazione di come, mentre il mondo va avanti, il capoluogo lagarino non solo sembra essersi fermato ma addirittura si è involuto.

In verità, a precise contestazioni riportate più volte nelle varie sedute del civico consesso la giunta ha sempre risposto il contrario: «Rovereto è viva e sta crescendo». Come detto, però, l'opposizione non la vede affatto così. E parte dal 1999 per elencare, a detta di Fdi, i passi da gambero dell'urbe.

«Alla fine dello scorso millennio - spiegano Luzzi e Di Spirito - c’era una Rovereto viva. La zona industriale era fiorente, in centro storico venivano organizzati eventi come la "Rovereto venexiana", la mostra dell'artigianato e la festa della vendemmia che suscitavano entusiasmo nei turisti ma anche nei residenti».

Il richiamo dello «struscio», poi, passava anche dal cinema all'aperto al parco di Santa Maria e da eventi estivi di piazza sempre affollati. «Erano iniziative che rendevano la città meno noiosa durante la stagione calda». Di Spirito, per sottolineare l’«involuzione», durante il dibattito consiliare ha ripreso le parole del sindaco Francesco Valduga: «Raccontava che corso Rosmini era la via nella quale ragazzi e adulti amavano passeggiare; i locali non mancavano e la cosiddetta movida cittadina portava una buona economia sul territorio».

Quel periodo, però, sembra essere finito in archivio. «Che fine hanno fatto questi eventi che animavano la città? Perché sono stati eliminati, negli anni, dalle varie amministrazioni che si sono succedute?». A spegnere gli entusiasmi urbani, ovviamente, ci ha messo un deciso zampino anche la crisi dell'industria e del commercio.

«Vero, ma nel 2015, con lo slogan "per fare del bene", nasceva una lista civica lontana dalle logiche dei partiti nella quale l'idea di fondo era il bene della città. L'amministrazione doveva essere una vetrina sulla città. Ma che fine hanno fatto gli ideali, i progetti che avevano portato il nostro attuale sindaco alla guida di Rovereto? Certamente la pandemia ha giocato un ruolo considerevole ma non basta. I cittadini si chiedono dove siano finiti i progetti dei quali, anche nell'ultima campagna elettorale, si è sentito parlare».

«Dove è finito il progetto sul Follone? Dov'è quella rigenerazione urbana che doveva portare nuove idee per commercianti e artigianato? Oggi viviamo in una città triste, buia nella quale le iniziative, soprattutto per i giovani, sono estremamente limitate. È necessario che i nostri ragazzi vivano la città, che gli studenti rimangano qui, che le famiglie abbiano la possibilità di godersela a 360 gradi. Sono necessari eventi di qualsiasi tipo, ogni fine settimana, che accendano di luce la nostra, un tempo, ridente Rovereto».

Eppure, dati Apt alla mano, i turisti qui ci vengono. «Noi, obiettivamente, il pienone dei turisti non l'abbiamo visto, forse perché Rovereto non è più attrattiva a causa delle scelte? É innegabile che qui il turismo sia diventato "mordi e fuggi" e solo vivendo la città ci si rende conto della tristezza che la caratterizza». Fin qui il riassunto un po' nostalgico del centro abitato che non è riuscito a diventare grande.

Ma non mancano le stoccate sulla viabilità, tema forte della destra da sempre. «La viabilità costituisce un forte problema; la Ztl non ha limitato il traffico cittadino ma solo l'arrivo dei possibili acquirenti ai negozi del centro storico. Servirebbe una cartellonistica stradale che favorisse percorsi alternativi per l'attraversamento cittadino come, peraltro, una pista ciclabile adeguata agli standard e ben segnalata che percorresse in sicurezza il cuore urbano».

Altra nota dolente, per i consiglieri, la sosta. «Non dimentichiamo il problema dei parcheggi. Per quale motivo è stata eliminata la gratuità della cosiddetta "prima ora" o addirittura durante la pausa pranzo? Anche questo ha contribuito allo svuotamento della città, direzionando tutti coloro che erano intenzionati a fare acquisti verso i centri commerciali».

Che fare, allora, per uscire dal tunnel dell'anonimato descritto in aula? «Siamo consapevoli che governare una città non è una cosa di poco conto e, a nostro avviso, è necessario avere una visione lungimirante sul futuro della città. Ormai il passato non ritorna ma è necessario far rivivere la nostra bella Rovereto sia sotto il profilo turistico che commerciale, artistico, storico e culturale».

Partendo, magari, dai mercatini di Natale. «I commenti che abbiamo letto sui social ci lasciano smarriti. Durante il Natale le piazze sono rimaste vuote, senza vita, fatto salvo lo spazio food e la Bolla che potrebbe essere utilizzata dai giovani tutto l'anno per eventi di piccola portata ma aggreganti e socializzanti».

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