Rovereto / L'evento

Dopo il Mart un altro anniversario storico: vent'anni fa nasceva l'università in città

Nel 2003 il via ufficiale alla facoltà e un anno dopo è partito il corso di laurea in psicologia e scienze cognitive da cui si sono originati il Centro interdipartimentale mente e cervello (Cimec), il Cerin (Centro di riabilitazione neurocognitiva)

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di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Dopo il ventennio di Mart - festeggiato a dicembre - l'anno che si è appena aperto porta in dote un identico compleanno: i primi 20 anni dell'università a Rovereto. Un parto difficoltoso e chiacchierato, quello di una facoltà vera e propria, partito da lontano ma concretizzatosi, di fatto, solo nel 2003.

Per carità, prima era sceso un corso di ingegneria informatica (parliamo del 1992) e poi altri insegnamenti di un certo peso ma la città voleva di più, molto di più: voleva la facoltà per essere finalmente città universitaria. C'è riuscita, col tempo, ma - amenità estetica - nessun cartello stradale indica il polo degli studenti.

Rifacendo un balzo indietro nella storia, all'epoca si parlava di scienze della formazione, in linea con il passato umanistico e letterario dell'urbe. Ma proprio in quel periodo era partita a Bressanone e Verona.

Poi ci fu l'illuminazione: psicologia cognitiva, unica in Italia. E l'avvio degli studi accademici lo si deve a Donata Loss, in giunta con Bruno Ballardini prima e Roberto Maffei dopo. In verità, la Rovereto universitaria potrebbe esistere da un secolo. Perché nel 1904 gli Asburgo offrirono al capoluogo lagarino la facoltà di giurisprudenza, che venne rifiutata.

Poi solo silenzio, con l'Atene del Trentino a rischio involuzione e relegata a mera periferia. Passato il millennio, però, il sogno è stato rimesso con vigore sul tavolo grazie, come detto, a Donata Loss ma anche al rettore dell'università di Trento Massimo Egidi (e, in verità, prima di lui anche Fulvio Zuelli) e al governatore Lorenzo Dellai. Con l'appoggio convinto della Fondazione Caritro.

Tornando a quel gioiellino invidiato che è psicologia, va ricordato che tutto era partito a fine anni Novanta del secolo breve con il laboratorio di scienze cognitive a cui si sono aggiunti i corsi della scuola di specializzazione per insegnanti e la laurea di primo livello in scienze cognitive applicate all'informatica.

Nel 2003, poi, è nata ufficialmente la facoltà e un anno dopo è partito il corso di laurea in psicologia e scienze cognitive da cui si sono originati il Centro interdipartimentale mente e cervello (Cimec), il Cerin (Centro di riabilitazione neurocognitiva). Stiamo parlando di settori di eccellenza che hanno arricchito Rovereto non solo di quasi 1.300 studenti ma anche di ricercatori e docenti.

La facoltà lagarina, comunque, in questi anni si è mostrata come un piccolo gioiello premiato anche dalla classifica Censis. A palazzo dell'Istruzione in corso Bettini, d'altro canto ci sono corsi di laurea triennale e magistrale decisamente all'avanguardia, ad alta innovazione sia per la tipologia didattica che per la qualità di partecipazione che viene chiesta agli studenti: lavorare in team, in maniera trasversale, su progetti e non solo studiare sui libri.

Nella triennale, per capirci, si pongono bene le basi di psicologia cognitiva per la pratica, la ricerca e la clinica mentre nella magistrale sono evidenziati percorsi interni riferiti alle neuroscienze e legati ad applicazioni cliniche e psicologiche ma anche alle risorse umane, riduzione dello stress, benessere sul luogo di lavoro. E, ovviamente, si basano sullo studio del funzionamento del cervello. E poi c'è la laurea magistrale sull'interfaccia uomo-macchina. Novità, appunto, che attirano sempre più studenti.

I numeri sono «forti»: 75 componenti di staff accademico, 29 collaboratori e collaboratrici di ricerca, 8 componenti di staff personale tecnico amministrativo, 40 studenti e studentesse del dottorato di ricerca, 1215 studenti e studentesse iscritti.Ma l'università nella città della Quercia, a ben pensare, risale a 35 anni fa proprio con il diploma di ingegneria informatica.

Allora sembrava fantascienza, come pure, successivamente, lo studio del cervello applicato all'umanistica ma anche all'industria. Tanto che, come prototipo di insegnamento, all'ex Pirelli, oltre tre decenni fa, si elaboravano soluzioni per l'aeronautica destinate al resto del mondo.

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