Urbanistica / Città

Protezione civile, a rischio il tanto atteso polo di Rovereto

Il governatore Fugatti ha annunciato alla Campana dei Caduti i fondi per la nuova caserma dei pompieri, ma i soldi non sono sufficienti e non c’è copertura per il secondo lotto

di Nicola Guarnieri

ROVERETO. L'annuncio c'è stato ma, ahinoi, si scontra con i conti non fatti. Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, venerdì (13 gennaio) alla Campana dei caduti, tra la pioggia di milioni di euro fatti cadere su Rovereto ha anche annunciato i lavori del nuovo polo della Protezione civile di via Abetone, opera attesa da sempre perché, per capirci, riguarda la casa di tutte le associazioni che operano per il bene pubblico.

Su tutti i vigili del fuoco, costretti da tempo a guardare in su per evitare calcinacci in testa. La caserma dei pompieri, infatti, è vecchia e malridotta e quando si è deciso di ristrutturarla si è scelto di rifarla per ospitare, appunto, tutti quelli che si occupano di aiutare gli altri, dal soccorso alpino ai cani da ricerca.

Un progetto, questo, che galleggia tra le carte della burocrazia da anni e che è finito dentro il protocollo firmato con la Provincia in attesa di realizzazione. E, attenzione, stiamo parlando di un servizio alla comunità intera non certo della ristrutturazione di una villa hollywoodiana. Per questo l'annuncio del via libera arrivato da Fugatti ha fatto storcere il naso a molti. E per una serie di motivi «certificati», su tutti l'assegno staccato che, a conti fatti, non basta.

Perché piazza Dante, entrando nel dettaglio, ha stanziato 4,3 milioni di euro per il primo lotto (la casa delle associazioni appunto) a fronte di una spesa prevista di 4,8 milioni. Nulla di grave, ovviamente, gli altri 500mila euro ce li mette comunque il Comune. Peccato, però, che nel frattempo il mondo ha preso a calci l'economia e il costo del solo nuovo edificio che dovrebbe ospitare i soccorritori nel Basso Trentino sia lievitato a 6 milioni di euro.

La colpa, ovvio, è delle materie prime schizzate alle stelle come nemmeno la Nasa. A questo, poi, si aggiungano i fondi per il secondo lotto, la nuova caserma dei pompieri vera e propria, di cui non c'è traccia. La Provincia, in altre parole, su questo capitolo non ha messo un euro eppure stiamo parlando di almeno altri 5 milioni.

Partire con il cantiere con il rischio di interromperlo per mancanza di risorse, dunque, fa paura in piazza del Podestà. Che, di suo, la parte l'ha recitata a dovere predisponendo una prima progettazione ma con un grande punto interrogativo su quella definitiva. Perché quando e se si arriverà all'appalto, si rischia di dover pensare ad un'opera da 11 milioni di euro, di gran lunga più cara di quella prevista.

«La situazione è delicata. - spiegano in municipio - Perché abbiamo volutamente suddiviso l'intervento in due parti: la prima, quella finanziata ma, di fatto, con altri 2 milioni da recuperare, serve per costruire la sede delle associazioni verso via Venezia. Che una volta ultimata dovrebbe accogliere i pompieri in attesa del secondo lotto, la demolizione e la ricostruzione della caserma dei vigili del fuoco. É vero che si tratta di lotti indipendenti ma il centro di Protezione civile è unico. Non si può partire coi lavori con il rischio di fermarli per assenza di fondi».

Insomma, gli annunci sono gradevoli all'udito ma spesso restano tali. E il polo della Protezione civile di Rovereto, ad oggi, è ancora al palo nonostante i tanti problemi e la necessità di avere una centrale operativa perfettamente funzionante per consentire soccorsi adeguati. I volontari - dai pompieri al soccorso alpino, dai cinofili agli psicologi dei popoli - l'impegno non l'hanno mai negato. Però servono, detta crudamente, muri e per tirarli su bisogna spendere.

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