Arte / Politica

Mart, Fugatti promuove a pieni voti Sgarbi: “Se sarò confermato resterà presidente”

Domenica 11 dicembre si festeggia il ventennale del museo. Il presidente della Provincia: “Va valorizzato sempre di più, perché porta benefici alla cultura ma anche al sistema economico”

di Matthias Pfaender

ROVERETO. Domenica prossima il Mart festeggerà i suoi 20 anni. A fare gli onori di casa, oltre al presidente del cda Sgarbi ed al sindaco di Rovereto Valduga, ci sarà Maurizio Fugatti, numero uno di quella Provincia dalla quale il Mart dipende per le risorse.
Presidente Fugatti, lei dove era quando nel dicembre del 2002 fu inaugurato il museo?
«Avevo 30 anni, ero consigliere comunale della Lega ad Avio, e non partecipai all'inaugurazione».
Quando visitò il Mart per la prima volta?
«Qualche anno dopo, con la fidanzata dell'epoca. Ma non ricordo che mostra c'era».
Come valutò all'epoca l'idea di portare a Rovereto un museo di quei numeri?
«Non avevo posizione per esprimermi, né favorevolmente né contro».
Oggi è il presidente della Provincia. Che ne pensa oggi?
«Penso che il Mart, con la sua bellezza e particolarità, sia un eccezionale biglietto da visita del Trentino, un patrimonio le cui potenzialità devono essere sfruttate appieno per il sistema, anche economico, roveretano e trentino».
Cosa bisogna fare?
«Continuare ad investire sul Mart affinché possa continuare ad essere utile al mondo della cultura e dell'arte, ma anche del sistema economico trentino, ponendo i tre aspetti sullo stesso livello di importanza. Perché i roveretani ed i trentini possano ancor di più sentirlo proprio».
Come presidente della giunta provinciale lei rappresenta il Trentino all'esterno. Che idea ha il resto d'Italia, se non l'Europa, del Mart?
«Molto buona. È una istituzione molto conosciuta ed apprezzata. L'ho capito pienamente quando è circolata la notizia che Sgarbi sarebbe potuto diventare il nuovo presidente. In pochi giorni ricevetti da colleghi politici di tutta Italia e non solo della Lega telefonate in cui mi chiedevano conferma o meno. L'interesse non era che Sgarbi andava al Mart, ma che il Mart si prendeva Sgarbi. Insomma, era il museo a "fare notizia"».
Sgarbi presidente. Oggi, a quattro anni da quella scelta, che ne pensa?
«Direi che i numeri di oggi del Mart parlano da soli. Ha riportato entusiasmo e mostre di grande richiamo».
Non c'è mai stato un momento in cui si è pentito? All'inizio le polemiche, non solo in Trentino, furono feroci.
«Io solo avrò risposto a quattro o cinque interrogazioni in Consiglio provinciale da parte di consiglieri che chiedevano di allontanarlo perché "faceva male al Trentino".
Lui stesso ha affrontato attacchi molto duri, sia fuori che dentro al museo. Ricordo che furono raccolte firme contro di lui anche dentro allo stesso Mart. Di fronte a tutti quegli attacchi dicevo: "Diamogli qualche anno per lavorare, poi valuteremo". Tutti quei clamori oggi sono silenziati, mentre a parlare è l'attività del museo, e i suoi risultati. E dire che di mezzo c'è stato pure il Covid, con le chiusure obbligate. È stato anche sfortunato».
Risultati che però Sgarbi dice debbano essere promossi meglio, e che servirebbe un milione di euro in più all'anno per la pubblicità.
«Intanto la Provincia in questi anni ha mantenuto l'impegno economico, importante, verso il Mart. Però prima di parlare di nuovi fondi aspettiamo di vedere come andrà la raccolta di sponsorizzazioni che Sgarbi ha annunciato. Di nuovo, lasciamolo lavorare, e poi valuteremo».
Se sarà di nuovo eletto presidente, confermerà Sgarbi al Mart?
«Sì. Anche considerato quanto ha detto recentemente all'Adige, cioè che uno dei risultati più importanti che ha raggiunto è stato il valorizzare le risorse interne del museo, "scatenando" i curatori del Mart. E questo è un grande valore aggiunto per il Trentino. Perché Fugatti o Sgarbi passeranno, questi professionisti resteranno».

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