Persone / Lutto

È morta la «guerriera» Daniela Preschern, dalla disabilità al sogno delle handy bike da montagna

Fin da bambina combatteva con una rara malattia, che le aveva tolto l’uso delle gambe e costretta a tante operazioni. Assistente scolastica al don Milani di Rovereto, sapeva dare coraggio e speranza a tutti, testimonial di Trentino Marketing

ROVERETO. All'età di otto anni le avevano diagnosticato una malattia rara, la neuropatia sensitiva e motoria di Charcot. Fin da bambina era stata quindi sottoposta ad una serie di interventi chirurgici, ricoveri, periodi lontani da casa, dalla sua Rovereto. Ma Daniela Preschern, non si era mai abbattuta. Ed aveva lottato per il suo sogno: una scuola di handy-mountain bike per disabili nelle Dolomiti trentine. E’ morta oggi e lascia un grande vuoto in chi l’ha conosciuta.

Da qualche anno era costretta ad usare una sedia a rotelle per muoversi, ma anche questo cambiamento non lo aveva subìto. Lo aveva accettato ed aveva  subito imparato a guardare la sua quotidianità con occhi diversi.

Daniela ha affrontato con determinazione e coraggio tutto ciò che le è capitato. E in mezzo al dolore, alla fatica e a qualche momento di sconforto, ha cercato il suo riscatto riempiendo le giornate di sorrisi, di incontri, di esperienze e di obiettivi nuovi. 

Da quindici anni iDaniela  lavorava all’istituto don Milani di Rovereto come collaboratrice scolastica.

«Con gli occhi sempre brillanti e sorridenti, ogni mattina accoglieva docenti e studenti dalla sua postazione in portineria - raccontano di lei a scuola -. E non perdeva occasione, questa giovane donna, per raccontare con entusiasmo la sua storia e la sua vita, anche di fronte a una platea di ragazzi curiosi e attenti».

Fin dall'infanzia Daniela aveva saputo cogliere il buono di ogni esperienza. In una intervista di pochi mesi fa ci raccontava: «Ho vissuto la mia adolescenza con i ragazzi nani e mi hanno insegnato tantissimo. A causa delle continue fratture spontanee avevo una gamba più corta di quindici centimetri e quindi mi sono trovata a fare terapie per allungarla. Lì ho vissuto con i ragazzi nani e da loro ho imparato ad essere forte. Se ti piangevi addosso te le sentivi».

Questa esperienza aveva influenzato la scelta della scuola superiore: «Volevo entrare nel sociale, avevo capito che volevo lavorare con persone con disabilità e così ha fatto per un anno negli appartamenti protetti e poi in un asilo nido con un bimbo sordomuto». Poi il ritorno al Don Milani, che non è stato un punto d'arrivo perché Daniela non era mai ferma. «Il coraggio me l'hanno insegnato i miei genitori», spiegava.

Dany ha costruito anche una famiglia tutta sua: «Mio marito è di Cremona, l'ho conosciuto in discoteca e ci siamo scritti lettere per molti anni. Sono sempre stata molto chiara con lui sulle mie condizioni di salute ed anche sul fatto che io sarei rimasta qui tra le montagne. Da sempre sono innamorata della Mtb, dopo aver perso l'uso delle gambe dalle ginocchia in giù, ho deciso di buttarmi in una nuova avventura che per me è una sfida continua: la hand-bike».

Da qui era nato un vero e proprio progetto: "Dany Oltre Project" che diffondeva soprattutto tramite i social Instagram e Facebook. «Sono partita dal garage di casa mia e con l'aiuto di mio marito ho modificato una bike fino a renderla adatta a percorrere i sentieri delle nostre montagne».

Daniela, l'unica donna a possedere una bicicletta di questo tipo in regione, aveva un sogno. Ci raccontava: «Vorrei aprire dei circuiti per hand-bike tra le rotte turistiche del nostro Trentino, e magari poi in tutta Italia, e vorrei ispirare altre persone, dimostrando che la disabilità non deve bloccarci ma deve essere vissuta come un'opportunità». E per questo era già stata contattata da Trentino Marketing, di cui era diventata testimonial.

Resta il suo messaggio: «Le mie abilità sono più forti delle mie disabilità». Ma purtroppo la sua vita piena di entusiasmo si è fermata.

Scrive il marito Luca: «Li chiamano guerrieri sono quelle persone come la Dany che combattono una vita … io ho avuto l’onore di combattere con lei per una parte della sua vita schiena contro schiena nei momenti più bui e nei momenti più belli; grazie per ciò che mi hai insegnato ne farò tesoro e cercherò di portare avanti ciò che hai cominciato buon viaggio e preparati che quando ci rivedremo faremo una bella discesa come dicevi tu … “sui sentieri delle mie montagne”».

Il funerale sarà lunedì 24 gennaio alle ore 15.30 presso la chiesa di Santa Maria via Benacensea  Rovereto La camera ardente sarà aperta dalle 13.30 presso via  Benacense,  zona cimitero.

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