Salute / Il caso

Geriatria, manca metà dei posti letto, a Trento e Rovereto più pazienti anziani che disponibilità

Zanella interroga, Segnana risponde: i dati sono allarmanti, occupazione al 109 per cento, e alla fine gli anziani vengono inviati ad altri reparti (che sono già al limite)

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di Matthias Pfaender

ROVERETO. L'offerta sanitaria e clinica in campo geriatrico in Trentino negli ultimi anni è crollata sul piano quantitativo. Epicentro della criticità l'ospedale di Rovereto, dove nell'arco di due anni, causa i lavori di ristrutturazione interna del nosocomio e la riorganizzazione delle attività legate al Covid, i posti letto sono stati dimezzati.

A dare le cifre del fenomeno è l'assessora provinciale alla Salute Stefania Segnana, che ha risposto ad un'interrogazione sul tema del consigliere di Futura Paolo Zanella. In regime normale i posti letto del reparto di geriatria del Santa Maria del Carmine dovrebbero essere 54, come stabilito dalla stessa azienda sanitaria il 9 gennaio 2020 con apposita delibera. Ma si tratta di un numero solo teorico, visto che la pratica quotidiana vede attivi a Rovereto solo 27 posti letto, la metà esatta.

Ma a fronte del dimezzamento dei posti letto, non si è ovviamente dimezzata la richiesta di assistenza clinica per gli over 75. Ed infatti il tasso di occupazione media dei posti letto del reparto roveretano è passato dal 91% del 2019, quando di posti ce ne erano 54, al 109% del primo semestre 2021.

Il che praticamente significa, visto che non è che si possa mettere più anziani malati insieme nello stesso letto, che diversi pazienti geriatrici sono smistati verso altri reparti, aggravando la riorganizzazione del lavoro in epoca Covid e segnando un inevitabile abbassamento della qualità dell'assistenza fornita.

«Il DM (decreto ministeriale, ndr) 70/2015 indica - argomenta nell'interrogazione Zanella - che il tasso di occupazione dei posti letto deve attestarsi sul 90% dei posti disponibili, per garantire appropriatezza, occupando cioè gran parte dei posti disponibili, lasciando però spazio per eventuali urgenze. Un tasso di occupazione costantemente al di sopra del 90% è indice di inappropriatezza e della necessità di aumentare i posti letto».

Quindi, già prima del Covid l'offerta di clinica geriatrica a Rovereto era scarsa. Una condizione che però oggi con la quarta ondata e la riqualificazione dell'ospedale è diventata critica. Condizione che soprattutto dal punto di vista di politica sanitaria appare contro la logica. Perché ogni indicatore racconta di un prossimo futuro in cui gli anziani saranno sempra di più e, con l'allungamento delle aspettative di vita, sempre più bisognosi di assistenza medica.

«I dati e le proiezioni Ispat descrivono una popolazione trentina che invecchia di anno in anno, con anziani over 75 che rappresentano ormai l'11,3% della popolazione, in numeri assoluti 61.559 persone. Da qui al 2030 saranno 71.622 (13%) e nel 2040 83.465 (15%), con un trend in forte crescita» ricorda sempre Zanella.Non solo: qualora la politica facesse marcia indietro, scegliendo di ripotenziare l'offerta di clinica geriatrica, avrebbe gravi difficoltà nel farlo a causa della mancanza di personale, soprattutto Oss, decimati dalle sospensioni per mancata vaccinazione anti Covid.

«Con la sospensione del personale non vaccinato - sottolinea Zanella - nella geriatria di Trento mancano diverse unità di personale Oss, e questo sta mettendo in difficoltà per la copertura dei turni, che ricadono sugli operatori in servizio a rischio burnout. Rispetto ad altri servizi e reparti, per far fronte alla carenza di personale si sono ridotte le attività e i posti letto, ma la geriatria non può più farlo proprio perché già da mesi l'offerta è stata inopportunamente ridotta. Le assenze degli Oss non si riescono a coprire nonostante le graduatorie aperte, perché nello scorrerle pare venga proposto un contratto di pochi mesi a copertura di chi non si è vaccinato, proposta irricevibile da parte di chi ha già un posto in Rsa o cooperativa».

«L'azienda sanitaria - risponde l'assessora Segnana - sta già provvedendo a proporre agli operatori socio sanitari in graduatoria l'assunzione con contratto superiore a quello previsto per l'attuale contingenza, ferma restando l'attenzione anche all'equilibrio complessivo della dinamica del mercato del lavoro in Trentino, che vede anche le Rsa particolarmente bisognose di queste figure professionali ed in difficoltà in caso di turn-over troppo rapido».

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