Dall'Msi ai Verdi, poi al Patt e adesso con la Meloni: le svolte di Carla Tomasoni

ROVERETO - Il peregrinare è insito nella natura umana. Si lascia la sicurezza domestica della casa natia per esplorare il mondo e le sue mille contraddizioni e poi, di solito, si torna sotto il tetto che ci ha messo al mondo. Nella vita reale questo succede spesso, nella politica un po’ meno. Non è così per Carla Tomasoni, battagliera di lungo corso e legata a filo doppio proprio con la politica, che dopo aver detto addio al Movimento sociale italiano (il vecchio Msi) ha tentato la sorte in altre stanze partitiche: prima i Verdi e poi il Patt, da nazionalista ad autonomista, verrebbe da dire.

Poco importa il percorso, comunque, perché lei ha sempre tuonato contro chi, in quel momento, deteneva il potere. Da eletta, per capirci, aveva rivestito il ruolo del paladino dell’opposizione. Orbene, dopo anni di girovagare tra bandiere e slogan a distanze siderali tra loro, Carla Tomasoni è tornata a casa. Il «suo» Msi, di cui era fiera esponente dell’ala rautiana (che i vecchi del mestiere ricorderanno sicuramente), non c’è più, fagocitato dalla storia e dai mutamenti climatici (sempre in ambito politico, eh!) come è successo al più rappresentativo (per voti e percentuali) Pci. Adesso, a tenere viva e accesa la «fiamma», c’è Fratelli d’Italia, partito passato da Alleanza Nazionale a Popolo delle Libertà che poi ha ripiegato sul vessillo tricolore che sa tanto di destra anche se ormai l’ha sdoganato perfino la Lega, i padani che la perfida Italia l’avrebbero voluta al confino, se fosse stato possibile. Ma l’agone è questo, la corsa al «mi piace» - per fortuna ancora delegato ad una croce tracciata a matita su una scheda di carta e non affidato alla nebulosa Internet - spinge ad affidarsi a grafici e comunicatori per mantenere o, meglio, accrescere il consenso. E così si cambia look, ci si sposta un cicinin al centro perché alla fine, checchenedicano i rivoluzionari da tastieria, essere democristiani paga sempre. Ma, scomodando i vecchi adagi che in politica sono la ciliegina sulla torta, il primo amore non si scorda mai. Ed è lo stesso amore che ha calamitato la «pasionaria» Tomasoni verso Fratelli d’Italia che, per puro caso, è guidato a livello nazionale da un’altra «urlatrice» da salotti politici: Giorgia Meloni. Al di là di tutto è un ritorno di passione e di lotta, di impegno e battaglie che, visti i vuoti degli ultimi tempi, male non dovrebbe fare. E quindi che dire: bentornata Carla, infiamma il dibattito come solo tu sai fare.    

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