L'azienda snobba il Tribunale, torna la mobilitazione degli operai della Sicor

di Nicola Guarnieri - NO

Dopo qualche settimana di relativa calma, il caso Sicor scoppia di nuovo e la deflagrazione rischia di essere più forte di prima. L’azienda, denunciano Fiom Cgil e Fim Cisl, ha infatti lanciato un nuovo attacco ai diritti dei lavoratori comunicando nuovamente il recesso dal contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici e la disdetta dei contratti integrativi. Inevitabile la risposta delle maestranze: mobilitazioni - scioperi e picchetti, per capirci - per l’intero mese di febbraio.
Il monito del giudice del lavoro Michele Cuccaro - un regalo di Natale, visto che la sentenza è del 24 dicembre - è stato dunque disatteso. A nulla, insomma, è valsa la condanna per comportamento antisindacale e la dichiarazione, per sentenza appunto, della nullità sia del recesso dal contratto nazionale che della disdetta della contrattazione integrativa.
Chiaramente quanto deciso dal giudice è solo il primo grado ma l’appello è fissato per inizio marzo e dunque, al momento, la sentenza di primo grado non è stata ribaltata.
La settimana scorsa i sindacati avevano inviato alla dirigenza di Sicor la convocazione delle assemblee dei lavoratori, fissate per il 28 gennaio, e avevano inserito all’ordine del giorno la riorganizzazione dei processi produttivi. «Di fatto, - spiegano le segreterie di Fiom e Fim - un messaggio distensivo, inviato all’azienda a seguito della sentenza di dicembre, in pratica un esplicito invito al dialogo».
Il giorno prima dell’incontro, però, la Sicor ha ufficialmente comunicato, ancora una volta, l’addio al Ccnl senza attendere la sentenza d’appello. Insomma, si è giocato d’anticipo riservandosi, in caso di vittoria nell’udienza-bis, di rendere retroattivo il recesso.
La mossa, inutile dirlo, è stata un fulmine a ciel sereno. Tant’è che ieri sono state convocate nuove assemblee per decidere in merito alla ripresa decisa delle mobilitazioni per fronteggiare quello che i sindacati considerano un atteggiamento provocatorio da parte di Sicor. E che ormai si segua la linea dura lo conferma il secondo annuncio aziendale, arrivato agli sgoccioli della prima assemblea in fabbrica: disdetta, con effetto immediato, dell’intera contrattazione aziendale di secondo livello. «Ma questa disdetta - ricordano Cgil e Cisl - è stata dichiarata anch’essa nulla dal tribunale nella medesima sentenza di dicembre. In ballo ci sono il superminimo aziendale e la quattordicesima, soldi che l’azienda ha comunicato che non riconoscerà più, con effetto immediato, ai lavoratori. Tutto ciò nonostante, come ha dichiarato lo stesso assessore provinciale all’industria Achille Spinelli e come dimostrano i bilanci depositati in camera di commercio, la Sicor goda di eccellente salute, al punto da non essere interessata a richiedere contributi alla Provincia».
Gli operai, dal canto loro, hanno continuato per tutto il giorno con le assemblee trovando compattezza e unanimità sulla risposta da dare. E, ovviamente, si tornerà allo scontro frontale, lo stesso che l’anno scorso ha raccolto la solidarietà e la mobilitazione delle tute blu del resto del Trentino.
«I lavoratori, compattamente, - spiegato i segretari di Fiom e Fim - hanno votato a favore dell’apertura dello stato di agitazione permanente e per la proclamazione di scioperi per l’intero mese di febbraio, con manifestazioni davanti ai cancelli della fabbrica».
La stagione calda, dunque, è tornata. E la battaglia, stavolta, sarà più aspra.

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