"Sacchi verdi": monta la protesta contro Dolomiti Ambiente I cittadini chiedono rimborsi

Monta la protesta dei roveretani contro Dolomiti Ambiente e, indirettamente, anche contro il Comune per le modifiche nel sistema di raccolta puntuale dei rifiuti. Come già riportato, il malcontento riguarda il passaggio dai sacchi verdi per il conferimento del residuo ai nuovi sacchi grigi con codice univoco direttamente riferito alla singola utenza. Soprattutto, si contesta la scelta di aver concesso ai roveretani un solo mese per smaltire tutti i sacchi verdi residui.

Dal primo di febbraio, se non interverranno cambiamenti, i sacchi verdi non saranno più raccolti dagli operatori ecologici. Un provvedimento che ha fatto storcere il naso a più di un cittadino visto che sono numerosi i residenti del Comune che hanno a casa ancora diversi sacchetti verdi che, in molti casi, sono stati pagati cari: oltre 3,6 euro per sacchetto da 20 litri.

L'amministrazione è chiamata a rendere conto alla cittadinanza di una scelta operativa presa in realtà autonomamente da Dolomiti Ambiente. Ma, agli occhi dei roveretani, la colpa è di Palazzo Pretorio. Tanto più che lo stesso Comune è di fatto "proprietario" di Dolomiti Ambiente, possedendo direttamente il 4,3% del gruppo Dolomiti Energia (che possiede il 100% di Dolomiti Ambiente) e il 33.3% di FinDolomiti Energia, che ha in mano il 47,8% del gruppo Dolomiti Energia. Ufficialmente il tema sarà all'ordine del giorno della giunta comunale di domani. Ma a Palazzo Pretorio corre voce che si chiederà a Dolomiti Ambiente di permettere il conferimento del residuo nei sacchi verdi fino ad esaurimento delle scorte.

Ma nell'attesa che questa proposta diventi realtà, i roveretani protestano. E si organizzano.
Al tam tam sui social media degli ultimi giorni si è aggiunta una petizione online sulla piattaforma "change.org" lanciata dall'ex consigliere comunale e circoscrizionale Ciro D'Antuono. «Chiediamo che i sacchetti possano essere usati ad esaurimento o che siano rimborsati».

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