Lavini, si bonifica la discarica Al suo posto un campo da golf

di Nicola Guarnieri

I rifiuti costano. Non solo ai cittadini in via diretta, con le tariffe e le bollette, ma si spende tanto soprattutto per raccoglierli e gestirli. Perché un conto è la raccolta differenziata e un altro l'immondizia propriamente intesa che finisce in discarica. Quello che un tempo era il rifugio buono per ogni scarto, però, adesso è «off limits»: spazio non ce n'è più e si deve correre ai ripari.
In Vallagarina, la casa dei rifiuti è stata a lungo la discarica dei Lavini di Marco. Che, però, è esaurita e chiusa da qualche anno. La montagna di ciarpame più o meno fastidioso è comunque lì, a ricordare quanto buttiamo nel cestino tutti i giorni. La Provincia, però, ha deciso di mettere sul piatto 6 milioni 200 mila euro per una sorta di pulizia generale in vista di un recupero futuro dell'area. Non certo per la «monnezza», ovviamente, quanto piuttosto per un campo da golf regolare allestito su un prato che coprirà la sozzura lagarina.
Quello bandito dalla Provincia è, di fatto, l'ultimo appalto per «cancellare» dalla toponomastica la discarica dei Lavini. Gestita, fino ad oggi, da Snua, l'azienda che si occupa della raccolta differenziata della Vallagarina tranne Rovereto. E anche questo è un passaggio che sarà formalizzato entro l'anno: tutti i rifiuti dai Murazzi a Borghetto in mano a Dolomiti Ambiente.
Nel frattempo rimane da ultimare la bonifica del polo della spazzatura accanto al biotopo. Viste le cifre, però, occorre un appalto. Che, come detto, parla di oltre 6 milioni di euro in sette anni per eliminare le scorie e trasformare il sito dei Lavini in una collina «green» buona per giocarci a golf.
La partita, dunque, riguarda la gestione integrata della discarica (che da tempo non accoglie nemmeno un granello di sabbia) con la lavorazione della «monnezza» e l'esportazione a recupero del rifiuti di sopravaglio. Ultimato questo lavoro non ci saranno più appalti per il sito in questione.
La ditta che si aggiudicherà l'incarico dovrà provvedere al trasporto dei rifiuti (ottenuti separando i materiali per pezzatura ed isolando i componenti al fine di ottenere singoli prodotti con accettabili gradi di purezza) verso impianti autorizzati allo smaltimento. Il gestore, poi, dovrà eseguire altre operazioni ma la più onerosa è proprio la vagliatura che permette, per esempio, di separare i materiali ingombranti da quelli più minuti, la frazione secca dall'umido, il vetro e la sabbia dai combustibili, la carta e la plastica dal vetro e dai metalli.
Il sottovaglio, diciamo il «core business» dell'operazione, è il materiale raccolto appunto nelle tramogge sottostanti il separatore e contiene in genere metalli, legno, inerti e vetro. Il soggetto incaricato dovrà quindi eseguire tutti i controlli, i monitoraggi e le manutenzioni previsti nell'Autorizzazione integrata ambientale, la gestione dell'impianto di trattamento, la triturazione, la vagliatura e la biostabilizzazione del sottovaglio con il conseguente trasferimento alla discarica Ischia Podetti di Trento per lo smaltimento. Ovviamente dovrà pure indirizzare rifiuti differenziabili agli impianti autorizzati indicati dalla Provincia.
Insomma, pur non incamerando altra spazzatura per fine corsa, la discarica dei Lavini vivrà ancora per massimo sette anni in modo da essere sicuri che quanto rimasto in loco sia effettivamente roba, diciamo così, da buttare. Il dopo, chiaramente, è un capitolo a se stante.
Ma cosa arriva ancora in discarica? «Le impurie, per esempio, del multimateriale», risponde l'ex assessore all'ambiente del Comune di Rovereto Carlo Plotegher . Colui che, per capirci, nel 2013, da presidente della circoscrizione di Marco, riuscì a far votare all'unanimità dal consiglio comunale una mozione sulla chiusure del sito.
«Adesso ritornano i rifiuti sbagliati della differenziata per lo stoccaccio. Lì c'è un grande buco e la Provincia, anni fa, voleva ampliare la discarica ma siamo riusciti a fermarla. Anche perché i Lavini sono un luogo di contraddizione "provinciale": c'è biotopo con salvaguardia della fauna ittica dei laghetti unica al mondo e la stessa Provincia ha creato un posto che attira uccelli di ogni tipo e che mira a questa fauna ittica».
Che questo sia l'ultimo passaggio prima di cambiare lo skyline ne è convinto anche il commissario della Comunità della Vallagarina Stefano Bisoffi : «La bonifica è già iniziata e negli ultimi anni se n'è occupata Snua. La copertura è già iniziata e tra qualche anno si vedrà solo verde e, forse, un campo da golf».
Sulla montagna dei rifiuti, insomma, si farà sport.

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