Rovereto sgomenta per la tragedia: morti nell'auto caduta in Adige madre e figlio, Giovanna Perzolli e Michele Tranquillini

Rovereto è sgomenta dopo la incredibile tragedia di tre giorni fa: la morte di madre e figlio, inabissati con la loro vettura nelle acque dell’Adige a Borgo Sacco. 
Le due vittime - recuperate dai sommozzatori dei vigili del fuoco dopo 24 ore di ricerche - sono Giovanna Perzolli, 69 anni (che era alla guida della vettura) ed il figlio Michele Tranquillini, 27 anni, che sedeva al fianco.

I carabinieri, che sono titolari dell’indagine, sono al lavoro insieme ai periti dei Vigili del fuoco sulle diverse ipotesi per il tragico incidente su coordinamento del sostituto procuratore Fabrizio De Angelis: forse una manovra sbagliata. Oppure un malore o una distrazione. Ma non sarà facile stabilire le cause. L’auto infatti è caduta in acqua nell’unico punto della strada arginale dove non vi sono recinzioni, fra Borgo Sacco e la confluenza del Leno.

L’allarme era arrivato nel pomeriggio - intorno alle ore 16 - del 23 dicembre. Alcuni passanti avevano segnalato una vettura nel fiume, e c’era anche una fotografia della macchina semisommersa. Poi più nessuna traccia. 
Poche ore dopo anche il marito e padre delle vittime si era fatto vivo con i Carabinieri, denunciando la scomparsa dei due che non erano rientrati a casa.

Immediata era scattata una vasta operazione di ricerca e soccorso: prima con i mezzi dei pompieri, moto d’acqua e gommoni giunti anche dal corpo permanenti di Trento. In azione i corpi dei volontari di Rovereto, Calliano e Mori, che avevano utilizzato anche i droni, mentre il giorno prima era stato l’elicottero del Nucleo di Trento a sorvolare il tratto di fiume.

Nella giornata della Vigilia di Natale le operazioni erano riprese all’alba: i vigili del fuoco, permanenti e volontari, hanno lavorato per individuare prima e recuperare poi l’auto che è caduta nell’Adige nella giornata di mercoledì, anche con il supporto di mezzi speciali e sommozzatori giunti anche da Venezia con un ecoscandaglio. La forza della corrente, erò, non permetteva l’utilizzo e si è ricorsi ad una autogru per fissare lo strumento da calare in acqua.
L’hanno trovata a sei metri di profondità, spinta dalle correnti a mezzo chilometro dal punto in cui si era inabissata.

La vettura è stata recuperata nella serata di ieri: a bordo, purtroppo, c’erano le due vittime. Al marito di 74 anni, e agli altri due figli della coppia lo straziante compito di riconoscere i corpi recuperati dai sommozzatori.

Ieri sera sul posto anche il sindaco di Rovereto Francesco Valduga, che ha portato le condoglianze della municipalità ed ha ringraziato tutti gli uomini che hanno partecipato alle operazioni.

 

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