Rovereto, studentato da 200 posti Per il comune l'ideale è l'ex Ariston

di Nicola Guarnieri

Facciamo un passo indietro: nel protocollo d’intesa firmato tra Comune e Provincia è inserito anche il rilancio dell’università con la realizzazione di uno studentato da 200-250 posti e la mensa. Dove? Le intenzioni, fino a un paio d’anni fa, erano di ristrutturare palazzo Fedrigotti. Quel progetto, però, è rimasto chiuso dentro un cassetto fino alla risposta dell’assessore provinciale Mirko Bisesti ad un’interrogazione della consigliera di Futura Lucia Coppola. Il referente della Provincia per l’università ha infatti assicurato che nella città della Quercia sorgerà una casa per gli studenti. «Nell’ambito del Piano nazionale per la ripresa e resilienza (Pnrr) che il governo ha predisposto per rispondere all’iniziativa della commissione europea denominata “Next Generation EU”, - questa la posizione di Bisesti - la Provincia ha presentato due progetti per la realizzazione di due ulteriori studentati, uno a Rovereto di circa 200 posti letto ed uno a Trento per circa 133 posti letto. Se anche questi due progetti saranno finanziati e realizzati, l’offerta da parte del sistema pubblico avrà raggiunto lo standard europeo del rapporto tra posti letto/iscritti all’università del 10%».
Insomma, dopo il silenzio qualcosa torna a muoversi. E di questa apertura ufficiale di piazza Dante ne prende volentieri atto l’assessore comunale all’università <+nero>Giulia Robol<+testo>.
«Mi fa piacere che la politica abbia deciso che uno studentato da 200 posti letto a Rovereto sia necessario. Tra l’altro fa parte del protocollo d’intesa tra Comune e Provincia ma, ad oggi, non se n’è ancora parlato. E poi non capisco come la Provincia pensi di finanziare i Comuni e quali fondi girare».
A bloccare tutto è stata la pandemia?
«In un certo senso sì. Il momento è critico, lo capisco, e ci sono priorità legate all’aspetto sanitario e alle scuole. Ma ritengo che sia comunque importante fare chiarezza sulle progettualità dei Comuni. Tantopiù che continuiamo a ripetere che la pandemia non può fermare gli investimenti».
Adesso, però, si torna a parlare di università.
«Abbiamo sempre mantenuto rapporti con l’università. Rovereto ospita notevoli corsi e attività dell’ateneo. Per implementare la sua presenza in città è chiaramente necessario prevedere uno studentato nell’ottica di trasferire altri corsi e servire meglio la Manifattura».
Sulla «location», però, siamo ancora in alto mare.
«Si discute ancora della localizzazione. Sarebbe bello sapere a che punto siamo anche per definire il luogo e il progetto. L’accordo è stato sancito ma non siamo ancora a un punto di caduta definitivo. L’interesse da parte nostra, come Comune, c’è e anche quello dell’università».
Le ipotesi, iniziali, erano di uno studentato a Borgo Sacco e poi se ne sono aggiunte altre ma tutte mostravano criticità.
«Sono state fatte alcune riflessioni su casa Frisinghelli, poi scartata; sulla casa dei Rosminiani, sull’ex birreria dietro le Negrelli ma è privata. L’ipotesi migliore, quella su cui c’è più possibilità, è l’ex Ariston che in parte è già demolita. È un’area enorme, mai pensata sotto il profilo progettuale. Comunque è già nel Prg ed è di proprietà pubblica. Sarebbe interessante riprendere questo discorso con la Provincia: lì non ci sta solo lo studentato ma anche altre attività. Se si mette lì l’attenzione è ottimo per la città ma va fatto con la dovuta prudenza. Ma adesso, anche con calma, si può iniziare a pianificare».
Alla fine, dunque, l’arrivo di uno studentato universitario a Rovereto si è concretizzato.
«Fa piacere che l’assessore Bisesti abbia detto questa cosa perché fino ad ora non è partito nulla anche se c’è una concertazione in atto tra i soggetti interessati. Va quindi bene se c’è la volontà politica manifestata dall’assessore provinciale».

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