Covid, il drammatico diario di un contagiato «Isolato 13 giorni davanti al telefono»

Mi chiamo Andrea Galvagni e abito a Rovereto. Voglio condividere la mia esperienza di positivo al Covid, in quanto ritengo non sia conforme alle prassi che Azienda sanitaria dovrebbe applicare e che leggo sui giornali. Il mio timore è quello di non essere l'unico.

Giorno 0, mercoledi 28 ottobre.

Entro in servizio (sono un dipendente pubblico) e mi misuro la temperatura. Normale. Dopo 2 ore non mi sento bene. Ho 37,3. Con senso civico e autorizzato dal dirigente torno a casa utilizzando ore di recupero. Mi premuro di prendere recupero anche i giorni successivi per eventualmente tornare al lavoro in tranquillità. A casa mi isolo in una stanza (siamo una famiglia di 5 persone; altri 2 adulti occupati e due minorenni che vanno a scuola). Avviso il mio medico e telefono a diversi laboratori per poter fare un tampone privatamente. Trovo chi me lo può fare l'indomani.

Giorno 1, giovedi 29 ottobre.

Mi reco al laboratorio privatamente a mie spese. L'esito è immediato. Sono positivo. Mi dicono che copia dell'esito sarà trasmessa ad Apss e che sarò contattato a breve. Avviso il mio medico di base. Mi dice sarò ricontattato a breve da Apss per fare tampone molecolare e tracciamento. Avviso la mia famiglia che da questo momento è costretta a stare in casa (mia moglie e mio figlio maggiore rientrano dal lavoro e i due studenti da scuola). Avviso il mio dirigente. Invio al mio Servizio copia del referto positività. Con coscienza e responsabilità, il mio dirigente fa chiudere il servizio il giorno successivo, obbligando tutti i miei colleghi (una quarantina) a stare a casa per far effettuare una sanificazione degli uffici.

Giorno 3, sabato 31 ottobre.
Mio figlio minorenne accusa sintomi da Covid. Chiamo guardia medica che mi da numero della centrale Covid. Provo. Prendo la linea dopo alcuni tentativi ma sbaglio opzione nel digitare.Chi mi risponde, mi dice che dovevo scegliere altra opzione o che devo far riferimento al mio medico di base. Faccio presente che è sabato. Mi risponde che in questo periodo dovrebbero lavorare sempre e che se il figliolo sta male devo fare il 112. Provo a richiamare centrale Covid e dopo 34 tentativi prendo la linea. Premo l'opzione giusta. Una voce mi dice di stare in attesa per non perdere la priorità acquisita. Dopo un ora di attesa cade la linea. Non riesco più a sentire nessuno. Provo col mio medico. Gentilmente mi risponde. Lunedì segnalerà la positività di mio figlio ma aggiunge che la guardia medica avrebbe potuto farlo subito.

Giorno 5, lunedi 2 novembre .
Avviso la scuola di mio figlio della sua probabile positività.

Giorno 6, martedi 3 novembre.
Mi chiamano da Apss per fissare tampone a mio figlio. Non chiedono rispetto a suoi contatti. Non chiedono nemmeno a me rispetto ai miei contatti e non mi avrebbero fissato tampone se non avessi insistito e se la persona al telefono non fosse stata gentile a prendermi in carico anche se non chiamava per me.

Giorno 8, giovedi 5 novembre.
Io e mio figlio ci rechiamo a fare tampone. A me molecolare. Esito in qualche giorno. A lui rapido. Esito in poche ore. Positivo. Chiamo subito la scuola per avvisare la conferma di quanto anticipato lunedi. Mi chiedono via mail pdf del referto. Lo invio.

Giorno 9, venerdi 6 novembre.
Ricevo nel pomeriggio (a scuole chiuse) comunicazione che la classe di mio figlio è in quarantena. Penso a tutti i potenziali contatti sviluppati dai ragazzi in quella settimana. Penso che se il sabato prima la guardia medica o la centrale Covid (che non mi rispondeva) avessero registrato la positività di mio figlio, senza aspettare che lo facesse il mio medico lunedi, si sarebbero potuti guadagnare alcuni giorni per evitare il potenziale diffondersi del virus.

Giorno 10, sabato 7 novembre.
Arriva esito mio tampone molecolare. Ancora positivo.

Giorno 12, lunedi 9 novembre.
Dopo 12 giorni che sono chiuso in una stanza dopo essere stato io a farmi tampone privatamente e avvisato tutti della mia positività, alle 18:55 ricevo la visita della polizia che mi notifica il "divieto assoluto" di allontanarmi dalla mia abitazione perchè posto in quarantena per sars cov 2. Mi chedo che senso ha, ora che sono praticamente guarito e in attesa solo di un tampone che lo dimostri. Leggo in calce che il provvedimento che mi riguarda (datato 9 novembre) verrà notificato a tutte le autorità competenti: mi pare uno spreco inutile di risorse umane ed economiche che sta dietro a tale burocrazia.

Giorno 13, martedì 10 novembre.
Mio figlio è stato contattato per fare il primo tampone e nel pomeriggio L'Apps ha fissato il tampone per venerdì prossimo anche per me.

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