Ivan Maffeis nuovo parroco a Rovereto l'abbraccio e il saluto a don Nicolli

Rovereto, Trambileno e Terragnolo hanno accolto domenica pomeriggio don Ivan Maffeis, il nuovo sacerdote mandato dalla curia di Trento a prendere il posto di don Sergio Nicolli e don Emanuele Cozzi. Il passaggio di consegne si è tenuto nella chiesa di San Marco, che alle 15 ha ospitato la messa riservata, per le regole anti Covid, ai 150 selezionati invitati tra le istituzioni (presenti i sindaci dei Comuni interessati), i consigli pastorali, i catechisti, i gruppi giovanili e le famiglie delle parrocchie di Terragnolo, Trambileno, Noriglio, San Marco e Sacra Famiglia. È stata, come aveva detto di desiderare don Ivan, una cerimonia semplice, rispettosa del momento che Rovereto, il Trentino e tutta l’Italia stanno attraversando. «Sarebbe irrispettoso far festa ora, sarebbe una comunità cristiana che non ha il polso di quello che succede fuori» aveva spiegato nei giorni scorsi.

Don Ivan, 56 anni, nativo di Pinzolo, per undici anni sottosegretario della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) in Vaticano, dove gli era già stato offerto il terzo mandato di fila, ha scelto di tornare in Trentino perché «tornare tra la gente credo sia la ricchezza più grande per un prete. Nella vita ci si chiede cosa conta davvero, ad un certo punto, e questa stagione della pandemia con le paure che sta seminando in tutti mi ha spinto a pensare che tornare tra la gente fosse ancora più importante».
«Fino a un mese fa - ha commentato rivolto alla comunità dei fedeli don Nicolli - nessuno di noi ci credeva che avremmo avuto questo regalo; da qualche mese avevamo motivi di sperarlo ma la certezza è arrivata quando don Ivan ha terminato il suo servizio a Roma presso la Cei. Sicuramente, se lo avesse accettato, avrebbe avuto davanti tante possibilità di un incarico di grandi responsabilità, data la sua vasta esperienza e l’apprezzamento che le Chiese in Italia hanno più volte espresso per il suo servizio generoso e competente. Noi ringraziamo te, don Ivan perché, libero come sei da ogni ambizione, hai scelto il servizio pastorale che in maniera più concreta e più vera risponde al sentire di un prete che ama la Chiesa e desidera essere fedele al suo Signore: il servizio di pastore in una comunità cristiana dove ha modo di esprimere tutta la sua umanità e la sua passione pastorale nelle relazioni con tante persone di ogni età e condizione».

Commovente infine il saluto di don Nicolli alla comunità di Rovereto: «Continuate a pregare per don Emanuele e per me che andiamo altrove, e continuate a voler bene a don Ivan e ai sacerdoti che lavorano con lui con lo stesso affetto che avete avuto per noi e con la stessa generosità che avete dimostrato in questi anni. Noi vi porteremo nel cuore; continueremo a volervi bene e a pregare per queste comunità che sono divenute la nostra famiglia».

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