Il polo della gomma arriva alle Casotte

di Chiara Zomer

l polo della gomma «esce» dalla Marangoni. E potrebbe approdare all'area Casotte. Due notizie in una, in un certo senso. Perché significa che un'impresa rivede al rialzo il proprio investimento in Vallagarina. Il che significa la possibilità di rivedere al rialzo anche le previsioni sul fronte occupazionale. Anche se tocca essere prudenti: si parla di trattative, non di contratti già belli che firmati. Di sicuro al momento c'è che la Sicur Tyres Group di Bolzano ha fatto domanda per accedere ad un lotto alle Casotte. Sarà pure piccolo, ma è uno spiraglio di luce.

Sulla vicenda poco si sa di ufficiale, al momento. I soggetti interessati - l'azienda da una parte e la Provincia, con il braccio operativo di Trentino Sviluppo dall'altra - non si sbilanciano. Ma la notizia è confermata. La Sicur Tyres Group è una società che commercializza in pneumatici, con sede a Bolzano. Di lei si è iniziato a parlare dalle parti di Rovereto, nel marzo scorso, quando Covid non era che un timore lontanissimo. Era l'epoca in cui si iniziava a immaginare il polo della gomma, il progetto messo in campo sullo stabilimento Marangoni (ora parzialmente di proprietà pubblica). L'obiettivo, si ricorderà, era quello di trasformare una difficoltà cronica, quella di Marangoni, in una risorsa. Nasce così il polo della gomma: lo stabilimento di via del Garda, ormai sovradimensionato per l'azienda roveretana, si era aperto ad altre realtà. L'idea era quella di creare un polo capace di unire in modo sinergico i servizi - dalla ricerca e sviluppo al reparto mescole - e al contempo essere attrattivo per altre realtà simili. Un polo meccatronica della gomma, in qualche modo, con la Marangoni come stella polare.

Ecco, in questo contesto era stata presentata la decisione di Sicur Tyres Group di aderire al progetto. Un insediamento le cui prospettive erano state presentate a marzo scorso dall'amministratore Umberto Prato: «Impiegheremo inizialmente 8-10 persone, mentre a regime riteniamo che potranno essere 15». E questo era lo stato dell'arte.
Poi è arrivato Covid, che ha cambiato l'orizzonte in tante aziende. Di solito, ridimensionando qualsiasi ipotesi d'espansione. Evidentemente non alla Stg, che anzi ha alzato la posta. Gli spazi in Marangoni sarebbero troppo stretti per rendere possibile lo sviluppo che immaginano. Ecco che quindi si sono guardati intorno, cambiando progetti. Da qui la domanda formale per l'accesso all'area Casotte. L'obiettivo sarebbe quello di costruirsi il capannone. Evidentemente sul fronte pubblico hanno preso bene il cambio di programma. Dovesse la Stg andare alle Casotte, non inficerebbe certo il progetto di polo della gomma: non serve essere contigui per collaborare. E, dall'altra, un'impresa che si costruisce un capannone dà il senso di un investimento serio, a lunga scadenza.

Al momento sembra che le trattative siano a buon punto: si sta valutando se ci sono gli spazi per un sostegno pubblico. Un sostegno che interessa, per altro, proprio l'ente pubblico. Perché la legge 6 del 1999 prevede agevolazioni, è vero, ma in cambio di vincoli occupazionali precisi, e garanzie precise circa la tempistica degli investimenti.
Le trattative non sono concluse, ma sono tra l'altro il primo orizzonte positivo per un utilizzo dell'area Casotte. Allo stato attuale, infatti, nella zona, infrastrutturata dalla Provincia ad un passo dall'A22, non si è insediata alcuna azienda. Numerosi gli interessamenti, ma che non si sono ancora concretizzati. Come il centro logistica Poli: tuttora è in forse la fattibilità dell'operazione dal punto di vista strettamente tecnico.

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