La caserma dei pompieri crolla: evacuata un'intera ala. Fugatti promette: una nuova in 3 anni

Un’ala della caserma dei Vigili del Fuoco di Rovereto, in via Abetone, è stata sgomberata a causa di evidenti crepe nei muri: lo stabile è insicuro, e rischia di crollare.

«Dopo quel che è successo, la nuova caserma è in cima alle nostre priorità». A dirlo, mentre guardava le crepe nell’ala nord, ormai interdetta a tutti, è stato il presidente della Provincia Maurizio Fugatti. Più chiaro ancora è stato l’ingegner Raffaele De Col: «Quanto tempo per arrivare al progetto definitivo? Io la metterei diversamente. In tre anni avremo la caserma nuova».

Ad ascoltarlo il sindaco di Rovereto Francesco Valduga, visibilmente soddisfatto, e soprattutto il comandante dei vigili del fuoco volontari Marco Simonetti: «Noi operiamo in ogni situazione, ma se accelerate i tempi siamo contenti». Si è chiuso così, ieri pomeriggio, il sopralluogo alla caserma dei pompieri, all’indomani dell’allarme che ha obbligato a chiuderne un’ala perché ritenuta pericolosa in caso di scossa sismica. Gli impegni sono tutti sul tavolo, ora si tratta di capire se si trasformeranno davvero nell’accelerazione di un percorso avviato ormai più di due anni fa.

I fatti. Quelli sono noti. La caserma di via Abetone è malconcia. Lo si sapeva, tanto che l’amministrazione comunale nel 2018 aveva depositato un progetto preliminare per il polo del soccorso e la Provincia - attraverso il protocollo con il Comune - si era impegnata a finanziare l’opera: 5 milioni di euro. Nell’attesa che l’iter vada avanti, da ormai 4 anni la caserma viene monitorata periodicamente, per valutarne la staticità, posto che è piena di crepe, alcune larghe due dita. Quest’anno l’ingegner Lorenzi, che ha firmato la relazione, è stato netto: non ci sono pericoli imminenti, ma in caso di terremoto l’ala nord della caserma non dà garanzie di star su. Ovvie le conseguenze: mercoledì è stata chiusa tutta quella parte, che ospitava soprattutto i dormitori.
Il sopralluogo.Il presidente Maurizio Fugatti, avuta la notizia, ha deciso di venire a dare un’occhiata. Perché non si può lasciare a rischio crollo una struttura che dovrebbe garantire la sicurezza della comunità in caso di emergenze. Ad attenderlo, oltre che il comandante Simonetti, anche il sindaco Valduga. L’incontro è stato a porte chiuse, ma è facile immaginare che siano state ricordate le date: il progetto per il nuovo polo della protezione civile giace in Provincia dal 2018. Fugatti ha voluto vedere, ed è entrato nell’ala ormai chiusa. E ci ha trovato crepe ovunque, alcune delle quali larghe due dita. Nei bagni, nel corridoio, lungo il giroscale (picchettato) che porta alla rimessa al piano terra. Quasi ovunque ci sono nastri bianchi e rossi. Pare che facciano più impressione ai profani che ai tecnici, ma diciamo che non è un bel vedere: «Siamo qui per testimoniare la vicinanza ai pompieri da parte della Provincia - ha spiegato Fugatti - qui c’è un intervento da fare, perché è importante garantire la piena operatività al corpo dei pompieri di una città, quella di Rovereto, che ha una zona industriale e garantisce la sicurezza ad un’area ampia».

E su cosa voglia dire che l’intervento è da fare, Fugatti assicura appunto che «è un intervento prioritario, saltato in cima all’elenco delle cose da fare».

Cosa significhi lo ha detto De Col: «3 anni per avere la nuova caserma». Lì a fianco, il sindaco Francesco Valduga sembrava soddisfatto: «Abbiamo evidenziato l’urgenza e chiesto alla Provincia di accelerare l’iter - aveva spiegato pochi istanti prima - ma una cosa è importante dirla: la caserma mantiene la sua piena operatività».
I pompieri.«I vigili del fuoco sono abituati a lavorare in condizioni avverse, noi ci siamo ancora al 1000 per cento. Ci siamo riorganizzati, il sistema del soccorso è garantito: domani una squadra sarà a Verona in supporto ai colleghi, domenica abbiamo gestito 50 interventi per maltempo in 3 ore. Noi ci siamo. Ma grazie della solidarietà, e se si accorciano i tempi, meglio».

La riorganizzazione.In caserma si sono già riorganizzati. La sala conferenze è stata trasformata in dormitorio: 5 letti (tanti ne servono ora che ci sono le dimissioni Covid), distribuiti in uno spazio in cui, con gli armadietti, si è riuscito a ricreare anche uno spazio diviso per uomini e donne. E in una parte dello stanzone, è stato ricavato lo spazio per i pompieri permanenti in servizio di giorno. Insomma, avanti si va. Ma la situazione è evidentemente precaria. Serve il polo del soccorso. Era necessario da tanto tempo, adesso è urgente.

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