Sport in piazza e nei parchi la città si apre per le attività anche di gruppo in sicurezza

di Nicola Guarnieri

Si torna al passato, con le piazze della città che diventano il piazzale dell'oratorio, quello in cui da bambini si andava a giocare, socializzare, sporcarsi e sbucciarsi le ginocchia.

È l'effetto «fase 3» del coronavirus che vieta gli assembramenti ma che, al contempo, si rende conto della necessità dei ragazzi di sfogarsi all'aria aperta. Specie con l'attività sportiva, preclusa nei posti chiusi tradizionali (leggasi palestre) e che ha dunque bisogno di inventarsi altri spazi per evitare ristagni fisici pericolosi.

Ecco dunque che, sulla scorta di quanto proposto da altri Comuni, anche Rovereto mette a disposizione la città intera per venire incontro alle esigenze dei giovani atleti, anche solo diportisti. Tant'è che palazzo Pretorio ha lanciato una manifestazione d'interesse «per l'utilizzo di spazi pubblici all'aperto per attività motorie e ricreative in genere. L'emergenza Covid-19 - spiegano al Servizio tecnico e del territorio - ha reso necessaria l'adozione di provvedimenti straordinari per contenere il diffondersi del coronavirus e tra le conseguenze più impattanti c'è anche la sospensione di molte attività correlate allo sport. Per favorire la ripresa dell'attività motoria da parte della popolazione di qualsiasi età, l'amministrazione comunale intende mettere a disposizione le aree pubbliche».

E qui si intende davvero tutti gli spazi: parchi, prati, piazze e slarghi per capirci. Luoghi, ovviamente, dove si possa rispettare il distanziamento sociale. Che, ricordano in Comune, «assume importanza particolare per quelle pratiche che vedono da sempre un'alta densità di frequentazione di persone in palestre o comunque sale chiuse. Per questo si devono utilizzare spazi esterni per far stazionare la gente in condizioni di sicurezza, di corretta distanza interpersonale e per evitare ogni forma di assembramento».

La ricognizione sul territorio comunale è stata effettuata nei giorni scorsi e i siti a disposizione sono tanti, più d'uno per quartiere. Ovviamente si deve organizzare una sorta di turnistica per consentire a tutti di poter disporre delle aree libere. Di qui l'allestimento di un calendario in base ai desiderata di ciascuno.

Entro il 3 luglio, gli interessati (associazioni, comitati ma anche semplici cittadini) devono segnalare attività, numero di partecipanti, data e orari al Comune con un'email (urp@comune.rovereto.tn.it). L'uso dello spazio non potrà essere esclusivo e, di conseguenza, non si potranno posizionare transenne o recintare con nastri. L'occupazione di questi siti particolari, tra l'altro, sarà gratuita.

Insomma, come detto, la città si trasforma in un grande oratorio a cielo aperto dove giocare, allenarsi, familiarizzare ancorché ad un metro l'uno dall'altro. Perché il coronavirus non è solo un'emergenza sanitaria ed economica ma anche urbanistica e sociale. E questo ha obbligato il Comune a reinventarsi la città per addomesticarla ai voleri del Covid-19. Attenzione, non si tratta di abbassare la testa di fronte ad una pandemia che ha devastato il mondo intero ma solo di ripensare l'urbe per renderla vivibile e fruibile anche in presenza di restrizioni imposte per evitare contagi e le recrudescenza di una malattia che non guarda in faccia nessuno.

Gli spazi pubblici collettivi (parchi, strade, marciapiedi, ciclabili, percorsi, parcheggi, scuole, impianti sportivi) saranno dunque essere rivisti e corretti tenendo conto di quanto la nostra mente ha modificato la percezione storica e convenzionale.
Sulla gratuità dell'occupazione del suolo pubblico, poi, l'amministrazione ha accolto le richieste del consigliere dei Verdi Ruggero Pozzer che ha portato come esempio quanto già adottato da Comuni come Ala e Lavis.

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