Lascia i suoi beni ai bambini poveri

In un’epoca un po’ disillusa e sempre più egoista, i gesti di generosità stupiscono, anche se a Rovereto non sono certo così rari. A pensare alla comunità è stato questa volta un residente della Città della Quercia, Paolo Abrotino, venuto a mancare nel luglio scorso. Alla sua morte è stato aperto il suo testamento: l’uomo ha lasciato parte dei suoi beni ai bambini in difficoltà. Per estensione, al Comune, che di quei bambini si occuperà.

Per ora non c’è un progetto a suo nome e non c’è nemmeno la certezza di come i beni verranno utilizzati. Non c’è nemmeno la certezza di quanti siano, quei soldi. Ma una cosa sola è sicura: qualsiasi sia la cifra, sarà usata per i minori che hanno bisogno d un sostegno, perché il Comune ha deciso di accettare quel lascito, ovviamente rispettando le volontà del donante.

Abrotino come detto è morto nel luglio scorso, e non ha lasciato eredi. Ma aveva alcune sostanze, e prima di mancare, aveva deciso come disporne. E si era preoccupato di fare le cose per bene: era andato dal notaio Santo Bonfiglio e a lui aveva affidato le sue volontà, in un testamento olografo. Nel momento della sua morte, il testamento è stato aperto.

Abrotino aveva deciso di lasciare alcune sostanze a dei conoscenti. Ma poi aveva disposto che i suoi beni mobili servissero per dare un aiuto ai bambini in difficoltà. L’ha messa così, senza specificare più di tanto: il lascito «potrà essere utilizzato per aiutare direttamente bambini in difficoltà abitanti in Trentino». D’altronde l’obiettivo è chiaro. Quel che voleva era che le sostanze che aveva accumulato in vita servissero per aiutare i minori, in qualsiasi situazione di difficoltà si trovassero. Insomma, voleva che quei beni servissero alla collettività, partendo dai suoi soggetti più deboli: i bambini, con o senza genitori che potessero occuparsi di loro.

La legge è chiara in questo senso. Quando qualcuno lascia volontà simili, senza collegare i beni ad uno specifico progetto o ad una specifica associazione o ente, il codice civile stabilisce che «i beni siano a beneficio dei poveri del luogo in cui il testatore aveva il domicilio al tempo della sua morte e i beni sono devoluti all’ente comunale di assistenza». Insomma, va tutto al Comune.

Quanto all’entità dei beni, riguardo ai quali è stata nominata esecutrice testamentaria l’avvocato Cinzia di Lucia, per ora non è nota, ma è probabile che si tratti di una cifra di un certo peso. Lo stesso Abrotino ha lasciato una stima, che parla di circa 236 mila euro, di beni mobili di sua proprietà. Ma evidentemente è solo dopo la vendita dei beni che si saprà quanto denaro sarà a realmente disposizione della comunità, grazie alla generosità del roveretano. Insomma, la pratica è ancora piuttosto lunga.

Quanto al Comune, i primi due passaggi sono stati fatti. Il primo, fondamentale, è stata l’accettazione con beneficio d’inventario del lascito. La giunta comunale ancora a gennaio ha ritenuto che «la volontà testamentaria del signor Paolo Abrotino è sicuramente meritoria e di alto spirito e valore civico - si legge nella delibera - l’amministrazione comunale, valorizzando la stessa, ritiene quindi di accettare l’eredità e di impegnarsi per darvi attuazione».
Nei giorni scorsi, il secondo passaggio. Il dirigente del servizio patrimonio ha firmato la determina che impegna i fondi necessari per avviare la procedura in tribunale. Ora si tratta di aspettare i tempi tecnici del tribunale, purtroppo in questo periodo fortemente rallentato per via di Coronavirus. Ma due cose sono certe: Abrotino voleva aiutare i bambini. E il Comune lo farà per lui, e soprattutto grazie a lui.

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