Virus, infermiera multata Si ferma a sanificare l'auto: ora deve pagare 600 euro

di Barbara Goio

Si è fermata per sanificare la sua auto, al termine di una giornata di lavoro come infermiera domiciliare, ma è stata sanzionata dalle forze dell’ordine di Rovereto che hanno applicato alla lettera i provvedimenti restrittivi: risultato, une bella multa di 568 euro, riducibile a 370 euro se pagata subito. La sanitaria, 27 anni, è amareggiata: «Certo che conosco tutte le disposizioni per il contenimento del contagio da Covid-19, e le rispetto con grande attenzione, soprattutto perché ho a cuore la salute dei miei pazienti, dei colleghi e naturalmente anche la mia. E mai mi sarei immaginata di essere sanzionata; anzi, è la prima multa che prendo».

I fatti risalgono a martedì scorso. La donna, 27 anni, è un’infermiera domiciliare di Isera che lavora a Trento. «Abbiamo ridotto buona parte delle nostre prestazioni - racconta - proprio per cercare di tenere al minimo i contatti personali. Ma alcune situazioni non possono essere differite ed è per questo che io e le mie colleghe siamo al lavoro. Anche se non mi occupo direttamente di pazienti Covid, le patologie ci sono lo stesso e le persone vanno seguite. Con molta più attenzione, ovviamente. Prima di queste nuove regole, lavavo la mia auto e la disinfettavo con l’Amuchina ogni dieci - quindici giorni. Quando tratto i pazienti a casa, mi trovo a contatto con tutta una serie di fluidi corporei e questa è una pratica necessaria. Da quando sono scattate le restrizioni, ho cercato di aspettare un po’ ma poi martedì, al termine del mio turno di lavoro, mi sono fermata all’autolavaggio che si trova sulla strada per casa, e dove vado di solito.
Non pensavo di infrangere alcuna regola e quando si sono fermate le forze dell’ordine a chiedere patente e libretto, pensavo che stessero facendo un controllo di routine. Sono rimasta molto sorpresa quando mi hanno detto che potevo tranquillamente finire di lavare l’auto perché tanto tempo ce n’era, visto che loro erano impegnati a redarre il verbale». Prosegue l’infermiera: «A quel punto ho spiegato la situazione, ho raccontato loro della necessità di sanificare l’auto, ma non hanno sentito ragione e neppure hanno voluto vedere l’autocertificazione».

«La mia abitazione - riprende la donna - è a 3 chilometri e 200 metri dall’autolavaggio: non è nel mio comune ma è il posto più comodo da raggiungere, ed è sulla strada del lavoro. E poi non sapevo che in una frazione del mio comune in effetti c’è un altro autolavaggio, ma davvero quella era la scelta più logica: ero in totale buona fede».

«Alle mie proteste - prosegue l’infermiera - mi hanno risposto che doveva pensarci l’Azienda sanitaria a pulire l’auto, e che avrei dovuto usare il mezzo aziendale. Ma non è così: noi infermiere usiamo le nostre vetture.
Oltre a seguire le persone non-autosufficienti e anche immuno depresse, ci occupiamo di medicazioni, analisi del sangue, terapie e cure palliative e diamo supporto ai colleghi che eseguono i tamponi per Covid-19: sulla mia auto ci puossono essere campioni di sangue e sull’auto salgono persone a contatto con i malati da Coronavirus. Devo essere attenta alla massima igiene».
Le colleghe infermiere, colpite dalla situazione, si sono offerte di fare una colletta per pagare la multa. «È stato un gesto gentile, che apprezzo molto - conclude la donna - ma pagherò la sanzione e farò ricorso. Io volevo solo fare il mio dovere».

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