Rovereto va controcorrente e lascia aperti i mercati

di Denise Rocca

Il mercato del sabato e i banchi che vendono prodotti alimentari all’appuntamento del martedì mattina proseguiranno la propria attività regolarmente. È la decisione presa dal Comune di Rovereto ieri, dopo un approfondimento sui decreti governativi e con le categorie economiche. Decisone opposta rispetto alla città di Trento, che invece nella stessa giornata di ieri ha deciso di proibire tutto, anche la vendita di alimentari.

«Abbiamo fatto un’attenta valutazione - spiega l’assessore la commercio di Rovereto Ivo Chiesa - ed esaminato il decreto vigente che consente la prosecuzione delle attività del mercato seppur limitato al solo settore alimentare e con le restrizioni sulle rosticcerie che già da martedì scorso abbiamo messo in atto. L’amministrazione intende attenersi in maniera puntuale e scrupolosa alle disposizioni del decreto del Consiglio dei Ministri, e in esso l’attività è permessa, vietarla non ci è sembrato opportuno. La città di Rovereto si è sempre contraddistinta per i suoi mercati, non solo quello del martedì, ma anche il piccolo mercato contadino in piazza 25 aprile, quello del sabato in piazza Erbe e anche quelli attivati in questi anni nelle zone rionali. Si tratta di attività in diversi luoghi della città che favoriscono, oltre al proseguire dell’economia e i vantaggi che sempre abbiamo visto nei mercati, la comodità, la vicinanza e l’approvvigionamento locale per i cittadini».
Per niente d’accordo, tanto che hanno mandato in municipio un’interrogazione, sono i consiglieri comunali Tito Parisi, Andrea Luscia, Daniele Lanaro.

«Al dei là delle formalità normative e delle relative interpretazioni rimane inequivocabile l’indicazione di evitare assembramenti, occasioni di incontro e di contatto qualora non presentino caratteristiche di urgenza, non strettamente necessari e non rinviabili - argomentano i tre consiglieri -. Il mercato in questione (quello di sabato, ndr)non pare  abbia cadenza periodica o abituale, consueta od ordinaria come per altri mercati, ma sembra più un evento occasionale e/o promozionale che commercia sì beni alimentari ma non di urgente necessità o comunque irreperibili diversamente in quanto la fornitura degli stessi è garantita ad ogni cittadino tramite i normali canali di approvvigionamento». Insomma, per i consiglieri di opposizione il mercato dei prodotti biologici va fermato.

«Non è stata una decisione presa a cuore leggero - ribadisce Chiesa - abbiamo sentito i rappresentanti di categoria, ma anche diversi fruitori e i produttori hanno espresso la loro positività sul mantenimento del mercato alimentare e del servizio che garantisce. Se ci saranno dei provvedimenti più restrittivi agiremo di conseguenza, ma ad oggi e avendo verificato anche come sono andate le cose martedì, quando nonostante il breve tempo a disposizione si è riusciti a garantire condizioni di sicurezza a lavoratori e cittadini, riteniamo che i mercati alimentari e l’opportunità che offrono possano continuare l’operatività».

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