Una task force contro blatte e topi

di Nicola Guarnieri

Rovereto, da tempo, ha dichiarato guerra allo zoo che nessuno vorrebbe visitare. Perché ospita animali che soggiornano in città e che non assomigliano neanche lontanamente a quelli da documentario per ragazzi, simpatici felini piuttosto che mastodontici pachidermi o colorati uccelli esotici. Le bestie in questione sono piuttosto quelle che l’uomo preferisce non solo non frequentare ma nemmeno vedere in televisione. Perché si tratta di specie fastidiose e pure pericolose per la salute.

Questo zoo da mettere al bando ospita infatti zanzare tigri, topi, blatte, formiche, mosche, zecche, vespe e pulci, non certo esseri da richiamo turistico. Bestioline che, più che riconciliare con la natura, irritano decisamente la specie umana.
Proprio per evitare noie ai cittadini, il Comune ha deciso di disfarsene o, quantomeno, provare ad allontanare questi intrusi indesiderati.

Per la zanzara tigre da anni è in atto un’azione massiccia di monitoraggio e combattimento che vede impegnato il Museo Civico.
E i risultati sono buoni, da un punto di vista dell’intervento pubblico, anche se i cittadini fanno spesso orecchie da mercante. Tanto che palazzo Pretorio, un paio d’anni fa, ha calato l’asso delle multe fino a 500 euro per chi non si impegna a debellare la piaga sulla sua proprietà privata.

Ma nella «black list» degli animaletti da mettere al bando ci sono anche i ratti. E per i sorci l’amministrazione ha scelto di affidarsi ad una società esperta in derattizzazione che, oltre a scacciare il roditore molesto, dovrà tenere sott’occhio tutti i parchi pubblici e le strutture comunali.
Perché i roditori che i fumetti vorrebbero ghiotti solo di formaggio si insidiano ovunque, infastidiscono gran parte delle persone con la sola presenza, non essendo «cuccioli» da affezione, e soprattutto fanno a pugni con l’igiene.

Nell’elenco dei nemici del popolo, poi, entrano di diritto le blatte (in alcune scuole ne sanno qualcosa), le pulci e gli imenotteri (vespe e formiche).

Il progetto di palazzo Pretorio, dunque, mira al «topicidio» e all’allontamento delle colonie di ronzanti volatili e il costo è tutto sommato contenuto: poco meno di 21 mila euro Iva inclusa. Questa è la cifra stanziata da consegnare alle ditte che si aggiudicheranno l’appalto di pulizia e pronto intervento alla bisogna: 11.895 euro per i topi e 9.345,20 per le blatte e colleghi ronzanti in genere.
Avanti, insomma, con la lotta senza quartiere agli animali da noia che, come detto, portano pure malattie e dunque sono da combattere per una ragione super partes, la salute pubblica.

Chiaro che i più impattanti, per la gente, sono i sorci. Che sono di tre tipi: rattus norvegicus (il topo di fogna), rattus rattus (quello nero) e mus domesticus (il sorcio domestico). L’incarico consiste nel disseminare in città una rete di erogatori fissi di esche rodenticide dopo aver individuato i luoghi a rischio. Le postazioni di monitoraggio e «avvelenamento» sono 150 e si va dai giardini Italia, Milano e Santa Maria alla pista ciclabile lungo il Leno passando per il Centro tennis Baldresca, il campo di tiro con l’arco e il cantiere comunale all’ex Ati. All’occorrenza, però, i siti da bonificare possono aumentare.

Oltre ai parchi, l’impresa dovrà garantire interventi puntuali a richiesta. E qui entrano in gioco gli edifici di proprietà del Comune di Rovereto e le altre aree verdi pubbliche, siano esse giardinetti piuttosto che aiuole ma anche i cimiteri. Per l’attivazione a chiamata, le quantità fissate da palazzo Pretorio sono di 300 erogatori installati e 700 interventi di monitoraggio e ricarica di ratticida. Il sopralluogo, poi, dovrà avvenire entro 48 dal ricevimento dell’Sos.

Tanto per gli insetti che per i topi, l’azienda incaricata dovrà segnalare con appositi cartelli l’attività di disinfestazione, utilizzare prodotti il meno nocivi possibile per le persone e garantire il transito di veicoli e pedoni.
Insomma, una guerra dichiarata a invasori fastidiosi e pericolosi.

«Per fortuna non c’è un allarme ma la questione non si può certo prendere sotto gamba. - assicura l’assessore all’ambiente Carlo Plotegher - Perché ratti e blatte, soprattutto, ci sono e vanno affrontati come si deve. Se però come Comune seguiamo i tempi pubblici canonici di intervento dopo una segnalazione dei cittadini rischiamo di essere invasi. Per questo dobbiamo identificare una ditta esperta pronta a intervenire in tempi rapidi a chiamata senza attendere altre gare e il rischio di impugnazioni. Meglio agire prima per prevenire. Il problema, d’altro canto, si riferisce soprattutto ad aree abbandonate o dismesse in attesa di bonifica e demolizione».

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