Roveretani sempre più sbadati: sposini con la testa altrove smarriscono la fede nuziale

di Nicola Guarnieri

Il cambiamento climatico non c’entra ma certo una qualche curiosa analogia con il meteo impazzito c’è visto che i roveretani, da tempo ormai, vivono costantemente con la testa tra le nuvole. Perché sono sempre più sbadati. Non è una ricerca sociologica a sentenziare la perdita di memoria dei cittadini lagarini ma qualcosa di più concreto: gli oggetti smarriti e rinvenuti in città e custoditi al comando della polizia locale in attesa che i legittimi proprietari si presentino a ripigliarseli.

L’elenco dei beni lasciati in giro e consegnati da qualche buon'anima ai vigili urbani è una sorta di bollettino di guerra. Perché se una volta i magazzini si riempivano di ombrelli e biciclette, adesso si è dovuto provvedere a rinnovare l’arredamento introducendo scaffali e mensole per riporre, ahimè, documenti d’identità e tessere sanitarie.

Ma a destare curiosità - dopo la perdita del drone di qualche mese fa, decisamente una new entry proiettata nel futuro - è la perdita nientemeno che della fede nuziale. Con l’aggravante dell’incisione di nome e data di matrimonio. La coppia, insomma, scoppia anche per strada, tanto da smarrire un anello di promessa di eterna fedeltà e unione indissolubile, «finché morte non ci separi». Il consiglio, ovviamente, è che i coniugi dell’urbe, almeno quelli con la testa altrove, verifichino l’anulare della propria... metà.

Qualcuno potrebbe pensare male, con quel pizzico ci malizia e ironia che alle nostre latitudini non scarseggiano di certo, ma la questione rimane la stessa: si perde davvero di tutto! Comprese, attenzione, le targhe delle macchine che, in un potenziale gioco delle similitudini, si possono affiancare alle carte d’identità, ai passaporti, ai documenti personali in genere. Perché la targa altro non è che la carta d’identità del veicolo.

In questo ultimo scorcio di primo decennio del terzo millennio, tra l’altro, si registrano oggetti smarriti quasi «imbarazzanti»: i soldi. Proprio in un periodo di crisi economica - con la gente che inveisce contro la classe politica «tassaiola» e un governo sanguisuga, lamentandosi del proprio conto corrente in lacrime - ci si scorda in strada o in qualche esercizio commerciale portafogli ma pure denaro contante, banconote e monete sciolte fa poca differenza. Euri, comunque, che assieme alle carte di credito, ai bancomat e alle prepagate stanno riempiendo gli armadi della caserma di via Parteli.

Insomma, gli anni passano e gli status symbol cambiano ma la mente dei passanti è ancora rapita dal vento. Oltre agli studi sociologici, che confermano nei mutamenti dei costumi il trascorrere inesorabile delle epoche, c’è infatti un altro parametro: la sbadataggine appunto. Le persone, d’altro canto, sono sempre più stressate, si abbandonano alla vita frenetica e dimenticano in giro gli oggetti più disparati. Oltre, ovviamente, alle immancabili chiavi di casa o della macchina, icone intramontabili per chi vive quotidianamente tra le nuvole.

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